Come disse l’illusionista che cercava antinfiammatori, “a me gli Oki”

L’altro giorno una persona ha fatto un’osservazione sul mio modo di guardare le cose. Ha detto che io ho un modo tutto mio di volgere lo sguardo su qualcuno o qualcosa. O mi lascio sfuggire tutto ciò che mi passa davanti, perché sono troppo concentrato su me stesso, o, se guardo, non è mai a caso ma per scrutare, analizzare, tentare di capire.

In effetti è vero. Per me gli occhi sono uno strumento d’indagine. Nelle sale d’attesa, in treno, in coda, in tutti i posti in cui si condivide uno spazio con degli sconosciuti per un tempo più o meno lungo, io osservo le persone. I gesti, l’abbigliamento, l’atteggiamento. La cura che hanno per le proprio mani. Credo che dalle mani si possano capire molte cose di una persona.

A volte osservo con attenzione anche le persone che conosco. Ed è sorprendente – o forse non lo è – come sia percepito invasivo uno sguardo.

Puoi raggiungere un’intimità fisica strettissima con una persona, ma poi qualche volta può capitare che questa si schermirà quando la guardi mentre ti è davanti, indifesa. Non vuole che lo sguardo si posi su quelle che ritiene siano imperfezioni.

Da questo punto di vista, le donne sono severissime con il proprio aspetto, anche in maniera sovradimensionata rispetto all’entità di ciò che giudicano come un difetto. In generale, è provato che il modo in cui gli esseri umani si vedono è distorto e non corrisponde al modo in cui gli altri li vedono.

Io, ad esempio, soffro di una distorsione casalinga. Nello specchio del bagno, mi piaccio abbastanza. Non mi ritengo bello né tantomeno belloccio, però mi garbo come Greta. Ma quando sono per strada, se mi sorprendo in un riflesso, in una vetrina, in uno specchio qualsiasi, noto molte imperfezioni. E fuggo via.

Eppure dall’imperfezione non si dovrebbe fuggire, anzi. Sarebbe il caso di farne un vanto, perché è ciò che caratterizza un essere umano. Come spiegare a una persona che è bella proprio per questo?

Tempo fa scrissi uno dei post che più mi piace: Wabi-sabi (la caducità è bella a mamma sua). Senza stare a dilungarsi troppo, il concetto base di questa visione del mondo o filosofia è che nulla dura per sempre e nulla è perfetto. Ma in fondo è proprio questo il bello. Una tazza rotta, ad esempio, non è brutta, anzi: in Giappone le riparano con l’oro, si chiama kintsugi. Invece di nascondere l’imperfezione, la si valorizza.

Quindi, in sostanza, non è “sei bella nonostante le imperfezioni”, ma “sei imperfetta ed è per questo che sei bella”. Ma è difficile da spiegare e soprattutto farlo passare per un complimento filosofico.

Per questo io non guardo mai tanto per. Con gli occhi cerco la bellezza nei difetti del mondo.

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36 Pensieri su &Idquo;Come disse l’illusionista che cercava antinfiammatori, “a me gli Oki”

  1. A me succede il contrario: nello specchio del bagno non mi garbo per niente (per non dire che lo prenderei a picconate), mentre nei riflessi delle vetrine o dei finestrini delle auto la situazione migliora perché nascondono di molto i difetti, visto che mi restituiscono un’immagine meno dettagliata, dai colori più tenui.

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    • Io, seriamente, ricevo quest’impressione dagli specchi credo di sapere per quale motivo. Non è, ovviamente, una questione del tipo di specchio, ma credo una questione di sentirsi protetti. Lo specchio del bagno è mio, dentro casa mia, in un luogo dove sono al sicuro. Per strada, al contrario, sono circondato da estranei, esposto al giudizio altrui e le immagini di me che ricevo sono immagini per me estranee.

      Ecco, io credo che il segreto di piacersi stia nel trovare una propria zona conforto ovunque.

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  2. Cerchi la bellezza nelle imperfezioni? Hai fatto bingo, hai davanti a te miss universo 😛
    (son donna lo hai appena scritto che siamo severe con noi stesse, in verità non ho nessun difetto, son un essere sorprendentemente perfetto, forse solo un pò modesto… 😛 )

    A parte la mia perfezione, gli occhi son strumenti e quello dietro ai bulbi oculari che fa la differenza. E’ quello che permette di vedere e capire anche “dalle mani”. Per questo ci son sguardi che ci fanno abbassare il nostro (poichè coi fan sentire nudi) e altri in cui ti specchi nel vuoto.

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    • Tu risplendi come un gioiello, diamanta, io non riesco a posare lo sguardo su di te perché resto accecato! 😀

      Gli sguardi vuoti attirano poco la mia attenzione, anzi, rientrano nelle cose che mi lascio scorrere davanti. Proprio perché ho bisogno di stimoli esterni e, come dici tu, se c’è dietro degli occhi poco c’è di input non ne arrivano

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  3. Il concetto di perfezione e di bellezza si sono associati in tempi “recenti”,diciamo dall’inizio del concetto di prospettiva che ha portato l’Arte ad assomigliare a trattati di Geometria. Quelli che “avevanocapitotutto” avevano immaginati occhi strabici per la Dea Bella per antonomasia! Perché la perfezione non ci appartiene ed è pure un pò banale 🙂
    Mi piace molto come scrivi. Buona giornata.

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  4. Io ho tanti di quei difetti che a stare ad elencarli ci metterei un giorno, ma va bene così, dopo anni e anni me ne sono fatta una ragione.
    Anche perché solitamente una ragazza vuole essere “bella” o perfetta per attirare l’attenzione, in genere dei ragazzi, su di sé. E io ho capito che non voglio accanto un tipo così superficiale, preferisco che mi dicano “sei simpatica” o se sono abbastanza strani “intelligente”.
    Pensa che io spesso quando esco neppure mi trucco più(con dovute eccezioni). E devo dire che mi preferisco naturale e spontanea. Alla fine credo sia tutta una questione interiore e io c’ho fatto pace più o meno.
    Per osservare, beh, lo faccio anche io da bimba, infatti credevano fossi timida perché me ne stavo in disparte a guardare gli altri, vagli a spiegare che ero una squilibrata già da allora.
    Per il resto, mi succede lo stesso con lo specchio di casa. Quando poi invece mi specchio in altri specchi a casa altrui mi trovo un obbrobrio.
    Ce qualcosa di malefico in tutto questo.

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    • Secondo me gli specchi hanno una personalità, quelli che ti conoscono sono accomodanti con te, quelli estranei invece sono freddi e negativi, per questo riflettono immagini diverse.

      Per il resto rivedo un po’ di me nei tuoi discorsi: ho pensato a lungo di essere timido, anche perché mi etichettavano in tal maniera. In realtà semplicemente sono uno strano che se ne sta affacciato a una finestra a osservare i passanti. Questo turba gli altri, perché notando l’occhio esaminatore si domanderanno ma cosa starà pensando? O peggio, penseranno di sentirsi giudicati.

      Il che è vero, dalla mia finestra io giudico il mondo!

      😀

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  5. “sei imperfetta ed è per questo che sei bella”, oh, quali occhi possono così tanto? Se riesci ad andare al di là delle forme profane a cui tutti prestano lo sguardo allora sei davvero un marziano e forse hai pure le antenne oltre agli occhi così diversi 😛

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    • Questa?
      “Quante volte ve l’ho detto: il vostro errore fondamentale sta nel sottovalutare l’importanza degli occhi umani. Capite, la lingua può nascondere la verità, ma gli occhi mai! Vi rivolgono una domanda inaspettata, voi, senza battere ciglio, in un secondo, vi padroneggiate e sapete che cosa bisogna dire per nascondere la verità, e lo dite nel modo piú convincente, non un muscolo del vostro volto si muove, ma, ahimè, la verità smossa dalla domanda balza per un istante dal fondo dell’anima negli occhi, e tutto è finito! Essa è stata notata, e voi ci siete cascati!”

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