Gli anziani disertano bar per riempire centri scommesse (e pure Achille è d’accordo)

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Una scorciatoia dietro casa mia, decorata da inserti di rifiuti che sbucano dal terreno. Sullo sfondo, a sinistra, la gigantesca antenna Telecom

Oggi ho fatto una passeggiata quasi senza meta per la mia città, approfittando della mite giornata autunnale. Ho riflettuto che qui non esco mai se non per uno scopo, che sia vedere qualcuno o svolgere qualche commissione.

Il fatto è che questa città da provincia meccanica non ispira molto a camminare per il gusto di farlo.

Siamo immersi in una conca vegliata dal Gigante e non c’è quindi un panorama. Non c’è il mare, quindi niente lungomare. E nemmeno un lungolago o un lungofiume. Forse l’ultima cosa è un bene, considerando l’attitudine all’abusivismo edilizio che tanti addusse lutti agli Achei italici (e altri ancora continua a farne).

Non ci sono percorsi o luoghi di interesse storico-artistico, a parte una chiesa settecentesca spoglia e la tomba di uno scrittore dell”800.

C’è un parco pubblico molto vasto in cui se non ci si reca per correre, di giorno, per farsi una canna in compagnia o fare robe col partner, di sera, è solo uno scenario di desolante mestizia.

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Non sembra, ma questo qui secondo un architetto doveva essere un ingresso di un parco. Foto scattata dall’interno

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La prospettiva inganna: sembra boscoso, ma c’è un albero ogni morte di papa. E questi stuzzicadenti fogliati che si vedono son lì da 16 anni. Mai cresciuti

Non c’è una vera zona commerciale né negozi tipici o caratteristici. Il commercio qui è in lento declino. Questa città è una rappresentazione in scala ridotta dell’Italia: di tradizione agricola, ha conosciuto il boom economico industriale che ha portato a un incremento demografico. Poi il “boom” ha fatto “spif” come una miccetta bagnata e negli ultimi 25 anni circa 10mila abitanti sono stati persi. E il numero dei residenti dichiarati è superiore a quello degli effettivi che realmente ci vivono.

Così, per dare un senso alle mie passeggiate, i piedi mi conducono sempre verso la libreria dove vado a leggiucchiare. È sempre un pericolo per me entrarci, perché corro il rischio di uscire comprando qualcosa anche quando il portafogli piange. Oggi ho resistito, a malincuore. Non percepire da due mesi lo stipendio è una buona leva dissuasiva (e poi mi chiedono come mai ho la gastrite).

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Tormenti amorosi e ortografici

È tutta qui una passeggiata per la solitudine del cittadino. A meno di non essere un pensionato e ritrovarsi la mattina con i propri coetanei fuori al centro scommesse a barattare la pensione con due chiacchiere e qualche azzardo.

Poi ho pensato di sbagliare io, nel cercare qui qualcosa che non c’è.

Ecco, si dice che la creatività è vedere cose dove gli altri non ne vedono. Ma ostinarsi nel cercare di vedere delle cose non è creativo. È cretino.

Una passeggiata è una buona metafora di vita.

E passeggiando impari a schivare e a subire anche schivate, come interazioni che si riducono in paradossi di Zenone: Achille era uscito per una passeggiata, forse come la mia. Trova la tartaruga ma non riuscirà mai a raggiungerla. Invece di interrogarsi sulla fisica e sulla filosofia, qualcuno ha fatto delle domande alla tartaruga? Probabilmente scopriremmo che non vuol essere raggiunta, altrimenti procederebbe in senso contrario. Sta aspettando che Achille si stanchi e capisca da solo di cercarsi un’altra tartaruga. O forse si compiace tutto sommato che il “piè veloce” si affatichi dietro la sua scia.

Non è meglio ricordarsi allora di esser felino e scomparire un bel giorno come fanno tutti i gatti? Magari c’è un Paese dei Gatti nascosto dietro una siepe, una siepe come quella che hanno divelto dal Parco perché devono sistemarci invece un vetro costato 100mila euro.

Allora non restano che i centri scommesse. Anche quelli son metafore di vita. Si vive di attese e azzardi e intanto il meglio che è nel mondo fuori scorre via senza che ci si renda conto.

14 Pensieri su &Idquo;Gli anziani disertano bar per riempire centri scommesse (e pure Achille è d’accordo)

  1. Ho sempre immaginato il gatto divertirsi correndo dietro un gomitolo di lana. Pochi pensieri nella testa, un comodo giaciglio e una ciotola sempre piena. Per lui una carezza da raccogliere o un calcio da evitare.

    Com’è lontana però la mia immaginazione dai pensieri reali di un gatto.

    Gatto che non insegue una tartaruga o un batuffolo di lana ma ci accompagna coda eretta e andatura decisa a passeggio per la città invitandoci a guardarla con occhi nuovi, con i suoi stessi occhi tenuti a fessura quasi per non far entrare completamente in noi immagini che non rimandano la bellezza tipica delle cartoline illustrate, non c’è infatti nessun panorama da catturare, come non c’è mare, lago o fiume. C’è una chiesa ma è particolarmente spoglia e l’unica tomba di uno scrittore rimanda a un tempo troppo lontano. E’ il parco luogo d’oasi e di farfalle che lascia spazio alla sua fantasia come pure una libreria dove l’immaginazione ritempra un po’ vagabondi pensieri.

    Pensieri così vagabondi che accarezzano l’idea di desiderare di finire in un Paese dei Gatti dove forse ci sono davvero gomitoli per giocare, giacigli e ciotole. Metafore di vita vera.

    Gatto … oggi mi hai regalato un rospo in gola difficile da inghiottire e questa non è metafora.
    Avanzi una carezza da me, una soffice carezza ed anche se virtuale spero proprio che stamattina ti arrivi tutta.

    Affy

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    • Affy!

      Mi arriva la tua carezza e mi scioglie tutto e tutti i gomitoli in cui mi ci aggroviglio da gatto pasticcione qual sono.

      Hai scritto un commento che ho letto stamattina e poi mi son ripromesso di rileggere dopo (cosa che sto facendo ora) per potermelo rigustare. Grazie, davvero 🙂

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  2. Il paradosso di Zenone te lo posso dimostrare eccome… Pendi una tartaruga d’acqua dolce, una Trachemys scripta per la precisione. Mettila a terra e poi prendi una Colombina De Longhi. Accendila e avvicinala alla tartaruga. Lei la seguirà, se tu muoverai l’aspirapolvere, in tempi rapidi e ti dimostrerà che non tutte le tartarughe sono lente!

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Si accettano miagolii

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