Oggi Giovane Rampante sotto-Capo che aspira a prendere un giorno il posto di Vecchio Giovanilista Capo ci ha convocati in riunione per un’importante novità.
Con una scena dal vago sapore fantozziano, ci ha comunicato che parteciperemo tutti a una giornata di coaching motivazionale con uno dei più importanti maestri del settore italiani. Uno di quelli che, a quanto ho visto nel video di presentazione, ti fa camminare sui carboni ardenti (giovane rampante ha escluso che questo avverrà, saremo in troppi) o ti fa gonfiare un palloncino fino a fartelo scoppiare in faccia.
A parte che avrei voluto chiedere: ma se è una cosa tanto importante per noi, dal punto di vista personale ma, soprattutto, da quello lavorativo, perché si tiene di domenica e non in orario lavorativo?
Il tema del convegno/conferenza/seminario/rottura di maglioni è: diventare padroni di sé stessi e controllare le proprie emozioni.
Calma, ragazzi. Sediamoci e discutiamone.
Mi spiace sia sorto questo equivoco, forse vi hanno informato male: io non ho mai detto di voler diventare il padrone di me stesso. Al massimo vorrei poter stabilire una cooperazione di mutua assistenza e solidarietà tra me, me stesso e io. Costruire un falansterio, mettiamola così.
Riguardo le emozioni, io le controllo fin troppo. Male. Immaginate una diga piena di buchi chiusi da tappi di sughero. Ogni tanto PAM! ne parte uno e schizza via acqua ad alta pressione.
Oppure mi piace anche l’immagine che va come va per i quadri. Avete presente? FRAN!
Quindi ammetto che ci sia da lavorarci.
Ma di certo non voglio lavorarci con uno che sembra uscito da Scientology (ultimamente vedo scientologisti ovunque).
Io mi rifiuto di andarci, anche perché, tecnicamente, non sono un dipendente dell’azienda quindi non mi sento affatto obbligato. E a gennaio ho intenzione di salutare tutti e cambiare vita. Già questa settimana il lavoro mi ha provocato la gastrite.
Oh poverino. Vorresti andare in miniera, magari?
Calma. Faccio un ragionamento diverso non basato in termini di fatica o carichi di lavoro.
Voglio fare un esempio.
Nella mia precedente esperienza – ora lo posso raccontare perché tanto è in prescrizione – ho fatto un lavoro che sarebbe da considerarsi anche più stressante. Mi occupavo del recupero crediti in una banca. Capitavano momenti di stress, ma non ho mai rischiato l’ulcera. Perché potevo in qualche modo mettere del mio in quel lavoro. Su 70-80 telefonate al giorno, nessuna era mai uguale all’altra. A qualche cliente ho citato Schopenhauer. E, quando capitavano persone realmente in gravi difficoltà perché la vita da un giorno all’altro gli era precipitata, avevo conversazioni più da telefono amico che da recuperatore (maledetta mia non soddisfatta volontà supereroistica): magari in quel momento non stavo perseguendo l’obiettivo di recuperare più soldi possibili, ma seguivo un ragionamento di lungo periodo. Un cliente che è stato trattato bene, tornerà in futuro a rivolgersi alla stessa banca. E, poi, in un caso su mille tra l’azienda e un poveraccio, preferivo stare dalla parte del poveraccio.
Per questo non combinerò mai niente, probabilmente. Vivo di ideali e idealizzazioni. E anche, tu chiamale se vuoi, emozioni.
Nonostante ciò fuggo da un coach delle emozioni, anche perché ripenso sempre a Tom Cruise in Magnolia che fa il coach delle erezioni, invece, e mi scappa da ridere.
Ammettiamolo, sì, che bisogna lavorare su questa cosa delle emozioni. Ci ripensavo mentre me ne stavo dietro una porta a lasciarle scorrere. Pensavo che sì, è divertente, ma non mi basta tutto ciò. Ma non voglio ricreare le stesse sensazioni dal vivo per andare poi a raccontare a un guru di quanto sono stato bravo a portarmi un trofeo a casa, a me non serve quello.
Mi basta anche solo affondare il naso tra i tuoi capelli e pensare che non voglio controllare un bel niente. Scorra come deve scorrere e se cade un quadro riappendiamolo insieme. Tu riesci a controllare tutto questo?
Ai tempi d’oggi lavorare come recupero crediti per conto delle banche oppure al call center é come una punizione 😉 non tutti sono capaci… Chiamale se vuoi pure emozioni 😀
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io detesto certi “esperti”! esperti di/in cosa, poi? gestire le emozioni è una cosa personalissima e diversa per ognuno di noi… boicotta, boicotta! 🙂
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Nooo, il coaching motivazionale noooo! Ma nelle aziende ha sostituito il dopolavoro di fantozziana memoria?
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Niente coppa cobram a quanto pare
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Invidia enorme. Ho sempre desiderato trovarmi di fronte un coach motivazionale!
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Vuoi andare al posto mio?! Ti faccio avere l’accredito. Tanto saranno centinaia di dipendenti, nessuno si accorgerà di nulla
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Mhhhh… Dove sarebbe lo stage motivazionale 😛
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Eh, benvenuti al sud!
Comunque secondo me val la pena la trasferta: ho visto nel video di presentazione che questo qui alla fine ti fa camminare sui carboni ardenti o ti fa scoppiare un palloncino in faccia!
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Beh, se e’ solo carboni ardenti, passo. Immaginavo cose piu’ estreme, tipo -che so?- uncini nelle carni, spiedi che trapassano guance, appendicectomie a mani nude…
Grazie lo stesso, passo. Buon commitment!
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Oh beh, fosse stato così, sarei il primo a voler partecipare. In veste di sadico XD…Chi meglio di un sadico è padrone e ha controllo, no?
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Ottima idea quella del falansterio!
Grande cazzata il coach.
I tuoi capi hanno sempre nomi cosí difficili? 🙂
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Ah non me ne parlare, Ragazzo col Turbante e i Baffi a Manubrio!
😀
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Qua diventiamo tutti indiani d’america di film western!
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Apparte il ribadirti che sei un gatto in amore, particolarmente romantico, di quelli che si fanno vedere la notte, chiedono permesso e miagolano piano e dolcemente, apparte questo, ho una sola domanda: questo Life coach mica fa Re per caso di cognome?!
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E apparte che scrivo apparte tutto attaccato, ovviamente. Maledetto fiorentino.
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Ah mi sfuggiva questa vostra particolarità: scrivete apparte così? 😛
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Tendiamo ad attaccare tutto..tipo vabbene, ummonte, apparte…siamo dei parsimoniosi!
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Sono un gatto sul tetto che scotta! 😀
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Ma faceva o non faceva Re di cognome?!
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No non è lui.
Ps controlla la mail XD
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mi ci garba da morire l’espressione ummonte.
quoto sempre l’antipasta del cuore sul fatto che tu sei un gatto in amore.
e tra l’altro sull’argomento fai il vago.
com’è?
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Ma io sono un gatto! E vago in giro!
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Ricevuto forte e chiaro gatto! 😉
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Soffiagli, gatto! Che razza di cialtroneria è che il corso te lo fanno fare la domenica? Hai tutto il mio appoggio.
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Eh sai com’è, mica si può perdere una giornata produttiva!
Sai che goduria, lavorare dal lunedì al sabato, passare la domenica con il life coach e poi lunedì di nuovo in ufficio!
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Non so se andare a questo tipo di incontri serva a qualcosa però nella peggiore delle ipotesi ti esce fuori un bel post come questo!!! 😉
Gran bel film Magnolia!
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Oddio, ne uscirebbe un bel po’ di materiale umano da catalogare, magari per nuove liste mie!
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Miciottino ino ino (tanto per far collegamento anche al post di ieri) smetti di scrivere post così belli, che poi mi abituo bene e aspetto che tu scriva. Ed io mica son la volpe Saint-Exupery….
PS: rimanga tra noi due (solo tra noi due mi raccomando) l’istinto alla fuga da quel tipo di “formatore” è un buon istinto. Ti parlano di emozioni ma lo fanno per farti vendere lavorare di più. E’ come se con il mio (ipotetico) moroso guardandolo negli occhi sussurrassi: “si voglio il tuo indice di rialzo, dammelo tutto, lo amo tanto”.
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“si voglio il tuo indice di rialzo, dammelo tutto, lo amo tanto”
Stavo cadendo dalla sedia XD
Ah ma quindi non è perché ci tengono alla mia crescita personale, ai miei successi relazionali in campo privato, ai miei sentimenti…?…È meglio allora andare da Tom Cruise!
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Quando vai mi chiami, preferisco Deep, ma mi accontento anche del suo undice di rialzo.
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Gintoki secondo me dovresti andare a vedere. Mica perché creda serva a qualcosa (maledetta scientology!!!), ma perché sarebbe un bello spaccato delle condizioni umane. Avresti la possibilità di vedere fino a che punto si spingono, quanto credono nelle cose che dicono e poi conoscere dall’interno un fenomeno che fa davvero pensare. Insomma perché di questi corsi, corsini e corsetti se ne stanno formando a milioni, perché questa smania di controllo fa rabbrividire, per pura curiosità nei confronti del genere umano. Io ci penserei!! un bacio
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Sì, lo accennavo sopra: ne uscirebbe un bello spaccato di società, sarebbe il non plus ultra per i miei studi antropologici
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Ma perché bisognerebbe diventare padroni di sé stessi? Non si potrebbe essere solo inquilini a scrocco?
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Bravo!…Io sto occupando abusivamente me stesso e voglio rimanerci! Ho anche comprato una libreria nuova da Ikea da mettere in un angolo
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Gattonzolo … i miei complimenti, sempre meglio 😉
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Io sono esattamente come in quel monologo… FRAN!!!
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Io ste cose di gestione delle emozioni, lavoro in team front client e customer service management, brand new e trend, programmazione neuro-linguistica alla Giucas Casella, mi fa ridere. La professionalità di una persona può essere acquisita anche senza ste stronzate. E che, un tempo forse la FIAT faceva lezioni di filosofia emozionale per motivare i suoi operai??? Naaa, secondo me è una tecnica da Baci Perugina.
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Ecco, Giucas Casella era proprio l’esempio che non mi veniva! Era lampante, è proprio così
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Mi terrorizzano queste cose, mi sembrano corsi per uniformarci, azzerarci in quanto individui, conformarci al modello standard voluto dall’azienda. Poi, di domenica?!!!!!
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Eh ovvio! Mica bisognerà perdere ore produttive?!…
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dì così al tuo life coach: “ao, coach, fatte i … grazie per la tua indole filantropica, ma io voglio rimanere un errore umano e soprattutto rotolarmi nel letto fino alle 2 del pomeriggio di domenica”.
il life coach, bah, ma io non lo so…
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scusa se insisto, è che vivo fuori dal mondo e quando ci torno spesso non faccio altro che stupirmi… dunque, se lo psichiatra prescrive robina tipo antidepressivi, il life coach ti dispensa pillole motivazionali? ma sono pillole di saggezza, almeno? vabbè, niente, esprimevo solo il mio disappunto sull’utilità del ruolo del life coach nella società…
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Non sono molto pratico, ma presumo faccia un qualcosa di simile.
Del tipo: “diventa il manager di te stesso!”, “costruisci il tuo successo!”, “sii l’azione, non il pensiero!” (quest’ultima l’ho creata or ora) e via dicendo
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caspita, dev’essere un lavoro estenuante… però sai che soddisfazione quando il tuo cliente smette di balbettare!
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Estenuante ma produttivo: immagina poi di smerciare libri e dvd e, poi, per ottimizzare i tempi, invece di fare sedute singole riempi sale, teatri, palasport in cui fai queste sedute di gruppo, un paio d’ore e via.
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Un paio d’ore oppure un’intera giornata come è per i training aziendali. Immagina quanti soldi
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ah, quindi è anche meno di uno che fa finta d’essere tuo amico, perché lo condividi con una platea intera…
capisco…
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Perché il segreto è la condivisione, connettiti con l’universo!
(anche questa l’ho inventata or ora. Che dici, potrei fare il coach anche io?)
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assolutamente sì, notevole la destrezza con cui avresti risposto alle mie perculate.
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