Questioni di lingua, di postura e d’impostura

Ho appreso solo di recente che la posizione della lingua ha effetti sulla postura. Pensavo dipendesse solo dall’occlusione dentale, invece no. La cosa a pensarci su ha un senso, perché magari i denti si possono chiudere male se la lingua spinge contro di essi!

Tu che stai leggendo, ora starai controllando dov’è la tua lingua, scommetto.

Quindi il modo di dire “tenere la lingua a posto”, oltre al significato figurato, assume un’interpretazione letterale. La prossima volta che qualcuno parla a sproposito o insulta, potremmo quindi dirgli: Ti invito ad assumere una postura migliore. Correggi quella lordosi o sarà peggio per te!

La lingua. Quanti usi e applicazioni che ha.
No, questo post non assumerà connotati a luci rosse, cremisi o vermiglie.
Anche se, delle volte, per un’ora d’amore poi varrebbe la pena deambulare un po’ male (un verso scartato dai Matia Bazar).

Il problema sorge quando la lingua rimane asciutta, secca. Come se avesse leccato un blocco di opale. Che io in realtà non so come sia leccare un’opale, ho solo dei vaghi ricordi scolastici sulle proprietà allappanti dei minerali. Tra l’altro, all’epoca mi veniva da chiedere se i geologi andassero in giro a leccare le pietre. Poi ho scoperto che veramente le leccano e me li sono immaginati come dei sommelier, con una piccozza d’argento al collo al posto del tastevinMmmh, questo è del Cretacico inferiore, ottimo periodo geologico!

(se c’è un geologo in sala, mi scuso per aver dato l’impressione di prendere per il culo la categoria, per la quale nutro un profondo rispetto)

Ho avuto proprio questa sensazione astringente in bocca camminando per quelle strade che conoscevo e frequentavo, notando che dei posti a me familiari avevano chiuso. Tutto è passato. Tutto è sepolto sotto strati geologici di pensieri.
Ho guardato le vetrine che lasciavano intravedere un locale buio e vuoto. Mi sono sentito anche io un po’ buio e vuoto, con la sensazione di avere un cartello affittasi appeso addosso. Chiuso, invece, lo son sempre stato, in verità. E, delle volte, rompe anche i maglioni quando te lo fanno notare.

“Sei un po’ chiuso”.

Sì,

Sono chiuso per ferie.
Ho bisogno di rigenerarmi ogni tanto e cambiare aria.
Sono chiuso per ristrutturazione.
Ho bisogno di darmi una mano d’intonaco perché a volte cado a pezzi.
Sono chiuso per cambio gestione.
Perché capita di stufarsi e voler mollare.
Sono chiuso per liquidazione.
La proprietà è incline al fallimento.
Sono chiuso per furto.
Quando mi rubano le cose. Le idee, i pensieri, i sentimenti.
Sono chiuso per lutto.
Succede, è la vita. O la morte.
Sono chiuso per le festività natalizie.
Perché mi piace stare sotto un albero.
Sono chiuso per le festività pasquali.
Perché mi riesce ogni tanto di fare una sorpresa.
Sono chiuso per la festa del santo patrono.
Sono devoto a San Precario, martire dell’Ordine degli Inoccupabili.
Sono chiuso per inventario.
Perché ho bisogno di riordinarmi.

Quindi si prega di ripassare nei giorni di apertura.

Ma ho divagato, stavo parlando della lingua. Bene, chiuderò con un aneddoto riguardante il mio professore di latino e greco del liceo. Un giorno, ero nel suo ufficio con un compagno di classe che disse che aveva intenzione di portare, come tesina all’interrogazione finale, una dissertazione sulla lingua.
Il prof: Eh, nu trattato ‘ngopp a fellatio, AHR AHR AHR! (aveva una risata alla Gambadilegno, frutto di 40 anni di Pall Mall).
Trad: un trattato avente come argomento la fellatio!
Noi ridiamo e lui:
Azz*, ma quindi ‘o latino o sapit!
Trad: Caspita, ma quindi il latino lo conoscete!

(Ecco, ho mentito quindi quando ho detto niente riferimenti a luci rosse. Sono un impostore)

Il professore era un uomo a cui piaceva essere diretto e ruspante, ma era anche una persona di profonda cultura e intelligenza. E poi era molto legato al territorio, tanto da mettere su uno spettacolo teatrale basato su delle vicende che hanno segnato cultura e storia delle nostre zone. Riuscì anche a portare tale spettacolo fuori Regione per un paio di tappe. Parliamo di una produzione recitata in dialetto, quindi la cosa assume ancor più valore.

Il dialetto, appunto. Il napoletano è riconosciuto come lingua a tutti gli effetti. Ogni tanto qualcuno ci tiene a ribadirlo e a me, posso essere sincero, questa cosa me le fa girare parecchio.

Mi spiego. Io ho come l’impressione che qui dobbiam vivere di bei paraventi. A chi parla male di Napoli o a chi riteniamo ci voglia male, dobbiamo sbattere in faccia Federico II, i pensieri di Goethe su Napoli, Antonio Genovesi, la Napoli Reale grande capitale europea, le Quattro Giornate, Totò e i de Filippo, il sole**, il mare, la pizza, mettiamoci pure Maradona e mò abbiamo pure l’Oscar di Paolo Sorrentino. E, ovviamente, il napoletano che è una lingua, zitti tutti che mò pure l’Apple hanno detto che parlerà napoletano. Mica il lumbàrd, il venessian o il romagnolo.

Obama è di Tor Bella Monaca

A me garberebbe qualche pizza in meno e un po’ di cura in più del territorio. Ma questa è un’altra storia e, dato che mi si è seccata la lingua, la racconterò un’altra volta.

*Azz è una nota esclamazione molto usata che indica stupore, meraviglia, incredulità:
Azz, sei veramente bravo!
Azz, l’hai fatto tu questo?
Azz, e solo adesso me lo dici?

** Che poi vorrei sapere chi se l’è inventata questa storia del sole, qua la pioggia rompe le palle tranquillamente

33 Pensieri su &Idquo;Questioni di lingua, di postura e d’impostura

  1. ecco quando scrivi così, un pò ironico, un pò serio, un pò malinconico, un pò faceto, insomma un pò! io mi perdo nel leggerdi e neppure mi accorgo se il post è corto o lungo, perchè scivola come la lingua umettata sui denti

    (potevo non far un riferimeto al tuo post 😀 )

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  2. Mi chiedevo dove andassi a parare…
    Osservazioni: mi sa che solo in provincia di Bergamo i professori parlano solo italiano con gli studenti anche fuori dalle ore di lezione; nel mio liceo (lo stesso tuo) i professori non avevano un ufficio, solo uno stanzone che dividevano anche con parte del personale non docente; non avviene solo a Napoli che alle critiche si risponda con le glorie passate. E poi non ricordo, sono le 8, faccio la coda all’asl e stanotte la gatta è venuta a darmi i bacini provocandomi una reazione allergica che mi mostrifica l’occhio destro.

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  3. Lo dico sempre, quando la giornata non butta bene, e oggi è una di quelle, non fare niente e lasciati andare all’istinto, magari accarezzando il gatto che aiuta a rilassarsi ancora di più. E infatti è capitato sotto gli occhi il tuo link ed ho cliccato. Ho fatto bene. Ora mi sento meglio, non dico che amo il mondo intero ma almeno sono disposta a discutere pacatamente prima di passare alle vie di fatto. Merito del tuo post. Mi è piaciuto un sacco.

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