Tre giorni fa, sulla pagina fb dei Marlene Kuntz ho letto questo post del buon Cristiano Godano
Sono stato all’Atonal, che è un festival eminente nell’ambito della elettronica. Posto fantastico (non era ancora mai stato al Tresor, lo ammetto; e… Beh: wow!). Ci sono stato la sera dei grandi Cabaret Voltaire (che poi, se non sbaglio, in realtà era solo Richard H.Kirh, uno dei membri fondatori, timido, nascosto e ingobbito su stesso dietro una pila di macchine ed effetti) e una volta per tutte mi sono persuaso che assistere a un “concerto” di gente che manipola live i suoni (e credo di essere generoso), assistervi, intendo dire, con quell’aplomb tra il medio-fatto e il più-o-meno-intellettuale-super-preso-bene-e-stra-convinto, sia una cosa un po’ ridicola. Non vorrei essere equivocato: mi piace un sacco certa elettronica; ma dal vivo, stando davanti al palco come a un concerto e guardando il nulla di uno o due o tre esseri esseri che si dibattono un po’ a vuoto facendo finta di aver molte cose importanti da fare, resta un rito senza senso (se non per veri-fatti che cercano, trovandola assai facilmente, la sequenze di onde giusta per ondeggiare artificialmente estatici. O perlomeno, immagino, visto che vero-fatto non lo sono mai stato. In quel caso, da veri-fatti, le cose cambiano radicalmente)
Ieri sera, neanche a farlo apposta, sono stato a un festival di media art che ha raggiunto anche una discreta notorietà. Ci sono installazioni artistiche interessanti e spazio per la musica elettronica.
La musica, per l’appunto.
Attenzione: quella che segue è una mia dichiarazione di incompetenza e ignoranza: non sto dicendo che ciò a cui cui ho assistito sia una cagata pazzesca, probabilmente sono io che non ne so apprezzare il lato artistico.
Fatto sta che ieri, nel teatro che ospitava parte della manifestazione, ho assistito all’esibizione di Fennesz. Uno con una chitarra e un portatile e un socio che non ho capito bene cosa facesse (forse si occupava dei video che scorrevano sullo sfondo).
È stata una esperienza AGGHIACCIANTE. Anzi, AGGHIAGGIANDE. HO PAURAAAA.
Più di un’ora ad ascoltare uno che fa rumori distorti, poi ogni tanto faceva PLIN sulla chitarra e per mezz’ora ne manipolava l’eco. A un certo punto mi sono addormentato per una decina di minuti perché i suoni ipnotici mi fanno questo effetto.
Ripeto, probabilmente sono io che non sono pronto per tale arte e non la comprendo. Ma mi faceva girare le palle. Chiedo scusa per la parola “girare”.
Un esempio di ieri sera
Mentre mi deliziavo con tale esibizione, non potevo non constatare che intorno a me vedevo sempre le solite facce che incontro in queste occasioni: a parte il sottobosco di persone che conosco di persona o di vista, tutti gli altri erano tra loro simili. Sembrano prodotti da una fabbrica, il laboratorio ACME hipster-indie. Tutti facenti parte dell’universo “faccio cose, vedo gente”, impegnati, come si suol dire, che non ho capito bene dove ci si impegna, anche io vorrei fare l’impegnato ma non posso impegnare me stesso perché solo un me stesso ho e mi serve.
Io non so se il post di Godano m’avrà condizionato, fatto sta che quando ieri sera li osservavo ho pensato alla sua frase
“quell’aplomb tra il medio-fatto e il più-o-meno-intellettuale-super-preso-bene-e-stra-convinto“
e ho detto Minchia! È vero. È stata una rivelazione. Mi ha fatto venire in mente un vecchio sketch di Luttazzi sull’Iraq, quando disse “Ti guardi intorno e noti che tutti assomigliano a D’Alema. Ma non si dice. Infatti quando due italiani si incontrano si guardano così (ammiccando): stiamo pensando la stessa cosa?” Ecco, la sensazione è stata proprio quella.
Tutti con la mano poggiata sulla guancia e l’indice alto verso la tempia, tipo Oscar Wilde, che è una posa che io uso quando fingo che mi sto interessando a ciò che qualcuno mi dice.
Ora che vi ho messo a parte del mio segreto, dovrò eliminarvi.
La domanda è: perché ci vai? Perché io non escludo mai a priori nulla e poi penso beh, magari sarà interessante, quindi c’è tutto da guadagnare. Forse farei meglio a imparare a informarmi preventivamente.
E poi ho pensato. Visto che gira e rigira io mi ritrovo negli stessi ambienti delle persone che ho descritto, non è che sarò anche io così?