Meglio morir di vodka che di tedio (?)

Non amo l’odore di kebab per le strade. È paradossale, perché il kebab mi piace molto, invece. Lo prendo sempre farcito di tutto, pur conscio che dopo sembra di aver inghiottito Muhammad Ali perché hai l’alito che stende anche i pesi massimi.

Una volta, in questa città, non c’erano tanti posti dove rifocillarsi. Ricordo la paninoteca storica con i due leoni all’ingresso che esiste ancora oggi, sorta quando appunto questi posti si chiamavano ancora paninoteche e non pub. Vi passavi davanti la mattina e venivi investito da una zaffata di olio rancido della sera prima, potevi avvertirne la consistenza, come entrare in una nube lattiginosa. Ancora oggi il tanfo è rimasto lo stesso, penso che tra 1000 anni gli archeologi che disseppelliranno l’edificio verranno investiti dagli stessi afrori e diranno “Questo era l’odore del XX secolo!”. Mi piacerebbe far la solita battuta dell’olio che viene cambiato solo ogni 20mila chilometri, ma io temo che lì l’olio sia sempre lo stesso e se lo tramandino di padre in figlio.

Nel tempo, dagli anni ’90 ad oggi, sono sorti altri posti dove mangiare un panino e bere una birra, fino ad arrivare all’avvento del kebabbaro. La particolarità degli ultimi anni, invece, è che sono cominciati a spuntare posti dove bere e basta. La loro caratteristica è l’ottimizzazione degli spazi: in un localino delle dimensioni di una stanza singola di un albergo mezza stella, c’è tutto il necessario per prendere da bere. Drink away. La specializzazione è il cicchetto: non è raro trovare il menù con le offerte del momento per spappolarsi il fegato con massimo un paio di euro alla volta.

Non vengono inaugurati solo posti “mini”, comunque: anzi, all’angolo di una delle più importanti (non esageriamo, mò) arterie urbane , ha aperto un mega bar gestito da un noto pregiudicato. Nella villa comunale, invece, in quella che per anni è stata solo una gabbia di ferro e plexiglass di bassa qualità partorita dalla mente perversa di un architetto che pensava di essere un incrocio tra un Renzo Piano e un Calatrava (un Calapiano?) ora è sorto un “coso” abbastanza chic, un club tamarrissimo che credo non sopravviverà all’inverno perché se durante la bella stagione la villa va bene per passeggiare e infrattarsi con la propria metà, durante i mesi freddi è più simile a una brughiera inglese. Con la differenza che però non siete in Inghilterra, non ci sono ampi paesaggi e non c’è Sherlock Holmes. Quindi non definitela brulla, come se foste in un romanzo. No no, fidatevi: è brutta, non brulla.

Questi che ho sommariamente presentato sono solo gli ultimi posti di cui si è riempita questa città e che offrono l’unico svago possibile la sera: bere.

Sì, perché in questa città non c’è un cazzo di altro da fare.

C’è solo un posto in cui si potrebbero organizzare serate con gruppi a suonare, perché attrezzato bene. Peccato che il proprietario sia un incompetente. Il suo unico sforzo è chiamare 3-4 volte all’anno sempre le stesse persone perché solo quelle conosce. Poi c’è stato il periodo delle cover band, ha sparato diverse cartucce consecutivamente.

Io vorrei dire una cosa. La cover band a mio modesto parere ha già poca ragione di esistere, però fin quando è una cover band coi controcosiddetti, ogni tanto ci può stare. Ma se chiami una cover band dei Subsonica, con tutto il rispetto che ho per Samu, Boosta &soci, stai messo male, secondo me.

“Aò, ho fatto scuola”

Il resto delle serate di questo locale è occupato dai dj set (che ormai ne ha fatti così tanti che saran diventati ott, nov, diec…) del dj del locale: un tizio che secondo me si crede Skrillex, ha i capelli tagliati uguale e porta gli stessi occhiali. Peccato che abbia almeno 10 anni di più (10 anni in più sprecati) e quando mixa una volta mi è sembrato di sentire una carica di elefanti, il suono era simile.

Come antidoto alla noia qui non c’è altro. Quindi meglio morir di vodka che di tedio, come avrebbe detto Majakovskij? Sembra che per molti sia l’unica opzione possibile.

49 Pensieri su &Idquo;Meglio morir di vodka che di tedio (?)

  1. Mi ricordo un kebab storico preso in gita a Berlino, ero in quinta liceo. L’ho mangiato alle 13 e l’ho digerito alle 21 circa, e per tutto il resto della gita ho avuto il giubbotto all’aroma di cipolla. Bei tempi.
    Le cover band non le reggo, più che altro perché dalle mie parti ho notato un aumento esponenziale di gruppi che fanno cover dei Nomadi. I Nomadi. Non proprio i Doors, ecco.
    I Ministri invece li ho visti l’estate scorsa, gran bel concerto!
    Per quanto riguarda la noia in città, la situazione a Bergamo è simile. Non a caso da anni sono in molti a definirla una “città per vecchi”. E, ovviamente, uno dei momenti in cui la gioventù è sembrata rianimarsi è stata l’adunata degli alpini del 2010, quando, per incentivare l’afflusso dei ciòfani si è fatto ricorso a… prezzi stracciati su vino e birra.
    Sigh.

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    • A Berlino kebab e falafel a bizzeffe, ricordo anche io. E anche indiani. Tutto buonissimo. Poi son tornato a casa che puzzavo di curry, cioè proprio mi era rimasta addosso, penso di essere stato lì lì per bruciare i vestiti

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  2. il cibo alle cinque e alle sei del mattino è indispnsabile proprio per aver cichettato prima, ma se superi indenne quell’orario senza cibo puoi arrivare alle otto del mattino con la colazione del campione, grappa fatta dal contadino a mo di cappuccino. O muori o sopravvivi.
    Io son qua.

    Con la vodka ti suggerisco di provare il negrosky, io son diventata anche maestra a farlo (tenuto conto che da noi con “massimo un paio di euro alla volta” ti danno al massimo un bicchiere di acqua senza bollicine).

    Si ammetto ho un passato da alcolista anonima, e ogni tanto ci ricado 😉

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  3. “Nella villa comunale, invece, in quella che per anni è stata solo una gabbia di ferro e plexiglass di bassa qualità partorita dalla mente perversa di un architetto che pensava di essere un incrocio tra un Renzo Piano e un Calatrava (un Calapiano?) ora è sorto un “coso” abbastanza chic”,

    se l’Alzhaimer non m’inganna, ce ne avevi già parlato una volta di sto posto, vè 🙂 però. a questo punto., per soddisfare la curiosità dei tuoi lettori (o, più probabilmente solo quella della mia testolina malsana) devi allegare anche relativa documentazione fotografica 🙂

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  4. Ahhh, il kebabbaro. L’invenzione definitiva per chi ha voglia di mangiare come un ludro e spendere poco. Il fatto è che lo digerisci a puntate (se fatto male) e questo fornisce il non disprezzabile “senso di sazietà” che perdura per più giorni (e che fa spendere pochissimo). I kebab buoni, invece, li digerisci in due secondi (tipo quelli che ho mangiato a Istanbul… bboni!). Felafel buoni ma… e il curry… vabbeh, il curry l’ho mangiato nel posto migliore possibile, dove gli indiani/pakistani la fanno da padrone: Londra. Un curry devastante con tanto di Nam (il pane) grande quanto una tavolata (c’era la sfida, nel locale, se riuscivi a papparti tutto il cibo ed il pane, allora la cena era gratuita… difficilissimo visto che era tanto da mangiare ed un panino esagerato).
    Non proseguo oltre con i miei rapporti col curry 😉

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    • Devi provare, secondo me è solo un blocco mentale. Però è vero che è difficile accostarsi a cibi che magari non ti attirano per l’odore. Io, ad esempio, non dubito che il cavolo magari sarà buonissimo (la gente lo mangia) ma io non riesco a concepire di accostarmi a una cosa che puzza così tanto!

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  5. Vorrei solo lasciare il mio commento sugli artisti citati: i Subsonica per me sono epici e non ho mai visto una loro cover band, Sgrillex (con la g, come mi piace chiamarlo) fa rutti ed esplosioni distorte, sotto ritimiche dubstep. Una merda. Quindi direi che la carica di elefanti sia quasi meglio.

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  6. Se dovessi trovarmi sola su un Isola deserta con un kebabbaro che fa il kebab, probabilmente mangerei il kebabbaro, dato che il kebab lo evito come la peste ai tempi di Boccaccio. Le Chupiterie sono il passatempo di chi, come me, si trova spesso ad aver tempo da perdere. Il problema è che fanno solo quelli quindi come minimo devi avvicinarti al bancone 4 o 5 volte per dare un senso alla tua venuta in quel locale. Cioè non è che ci vai per prendere un chupito al volo, come con il caffè. Se ci vai, ci schiacci un po! Però sulo è cover band non sono d’accordo. È vero c’è un’inflazione assurda e scommetto che esiste anche la cover band di Cristina d’Avena (cazzo, esiste veramente), però quando sono delle brave band, sono piacevoli per trascorrere una serata. È sempre un buon pretesto per saltare, sudare, urlare, pogare e incazzarsi. I Subsonica dai! Sono fighi! Non puoi vedermi sui Subsonica!! I Ministri mi piacciono un sacco, li ho sentiti in concerto e tra l’altro pubblicai questa stessa canzone qualche tempo fa 🙂 Per concludere questa serie di cose di cui non interessa a nessuno e che nessuno mi aveva chiesto: Si, meglio morir di vodka. Assolutamente si. D’accordo forse morirò prima io di chi sceglie la noia, ma almeno me la sarò spassata alla grande.

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  7. a questo punto apriti una start up dove gestisci un locale che opera a fasce orarie.
    mattina: mamme che lasciano i figli a scuola e decidono di ciarlare. Il locale, la mattina si presenta quindi come un semplice bar loung con annessa gelateria dietetica.
    per il primo pomeriggio attrezzati con cicchetti di vino rosso e tavolini rotondi per la partita a scopone dei vecchietti. Magari offri loro un tramezzino con qualche leccornia al gusto di cioccolato.
    Happy hour alle 7 di sera per i ragazzini minorenni che hanno coprifuochi abbastanza esagerati. patatine a gogò, spuntini e bibite fresche, magari reinventate, come la cocacola al gusto aranciata o magari allungata con un pò di tavernello. Mai provato il vino rosso con la cocacola? è fenomenale.
    La sera fai un’apericena per coppie di fidanzati. luogo soft, musiche chilly-out, qualche spumante rosè e fiori sparsi per i tavolini, quelli usati per lo scopone.
    Poi organizzi a cadenze settimanali la serata delle cover band, quella dei nuovi gruppi, quella della disco dance, quella delle musiche retrò e, perchè no, la classic night con dj set Joahn Sebastian Bach in esclusiva.
    farai soldi a palate!

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Si accettano miagolii

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