Brillo ma non splendo

Ovvero, tipologie di ubriachi (più o meno molesti) con i quali può capitare di avere a che fare, in modo diretto o indiretto. E tu, che tipo sei?

2014-04-18 22.42.30

Octopus – Su un vecchio numero di Amazing Spider Man a Peter Parker spuntarono delle braccia aggiuntive, per un totale di 6. Che dilettante. Grazie all’alcool, la tipologia di ubriaco che vado a presentare diventa un uomo polpo, con ben 8 braccia-tentacoli che esplorano la realtà circostante in cerca di donne sulle quali fiondarsi. Una volta agguantata una preda, non sarà facile per lei divincolarsi. La sua tecnica di attacco preferita è lo sbaciucchiamento con le labbra estensibili: essendo fatto solo di parti molli, il nostro eroe è in grado di protendere la bocca in maniera incredibile per raggiungere la malcapitata. In genere comunque la serata finisce con lui, totalmente stordito e deluso dai ripetuti 2 di picche, avvinghiato a un palo della luce, al quale farà una proposta di matrimonio.

Il diavolo della Tasmania – Un elefante in una cristalleria farebbe meno danni. La Protezione Civile viene messa in stato d’allerta quando è segnalata la sua presenza nelle vicinanze. È l’individuo che in stato alcolemico alterato comincia a devastare ciò che lo circonda. Pesta i piedi alle persone, fa cadere le cose, distrugge, urta tutto ciò che gli si para davanti e se non è davanti a lui va a cercarne l’urto. Termina la serata vomitando, o nella macchina o sulle scarpe. Macchina e scarpe altrui, ovviamente.

Il male di vivere – Quello che non dovrebbe mai bere onde evitare di diventare allegro come una poesia cimiteriale. Comincerà a riflettere sulla propria vita e a trovarla un disastro, a lamentarsi che non ci sia nessuna persona che lo ami, che il proprio corpo faccia schifo e che sua madre continui a regalare a Natale degli orrendi maglioni con le renne danzanti. Dopo aver assillato gli altri con i propri deprimenti piagnistei, mestamente si abbatterà, chiudendosi nel proprio dolore col capo chino e lo sguardo vivo come un’orata nel banco pescheria del Carrefour. È lo stadio che chiunque prima o poi nella vita attraversa almeno una volta, vuoi per un fallimento personale, vuoi per una storia d’amore finita male e così via.

Red Bull – Convinto che l’alcool gli metta le ali o che abbia su di lui l’effetto degli spinaci per Braccio di Ferro, è la persona che durante una sbornia si crede capace di imprese impossibili, come saltare 10 gradini di una scala tutti insieme gettandosi giù come Felix Baumgartner, oppure essere in grado di camminare in equilibro su un corrimano o, ancora, di poter saltare gli ostacoli come un cavallo alle Olimpiadi. Le sue esibizioni finiscono quasi sempre al più vicino C.T.O.. E come dice lo spot: the only limit…is your pain.

Il Bell’Addormentato – Quello che dopo aver bevuto finisce sempre con l’addormentarsi e non si sveglierebbe neanche se stesse prendendo fuoco. È il soggetto ideale per simpatici scherzi, tipo baffi disegnati sulla faccia o foto imbarazzanti a sua insaputa. Ogni anno centinaia di Begli Addormentati vengono dimenticati dagli amici sui divani di case altrui, sulle panchine, negli autogrill. Ricorda: il vero ubriaco sei tu che l’abbandoni.

Il monaco zen – L’essere umano che più si avvicina all’illuminazione. L’alcool ha l’effetto di staccare la sua mente dal corpo. Il viso assumerà l’espressione serafica di colui che sta contemplando la beatitudine, anche se maligni e profani saranno propensi ad affermare che ha l’aria inebetita della mucca che guarda passare il treno. Il suo stato può sembrare indistinguibile da un coma etilico, pertanto è bene accertarsi che sia sempre in grado di reagire agli stimoli.

San Francesco – Da non confondere col bonzo descritto sopra, è quello che, colto da una luce mistica (probabilmente data dai riflessi del bicchiere vuoto), comincia a provare amore per tutti gli esseri del creato, persone, animali, tavolini in plastica dell’IKEA. Vuol bene a tutti come dei fratelli o delle sorelle e non ha timore di esternarlo anche a dei perfetti sconosciuti. Nello stadio più avanzato è pronto a spogliarsi dei propri averi in favore del prossimo, ergo, tenetelo lontano dagli approfittatori e godete voi dei benefici della sua generosità.

Senza filtro – È un individuo pericoloso per sé stesso e per gli altri, perché non si sa mai cosa potrebbe dire. È evidente che con la sbornia gli si crei un foro tra la scatola cranica e la cavità orale, che porta alla fuoriuscita incontrollata di tutto ciò che ha in testa. In questo stadio confessa amori proibiti, perversioni, episodi scomodi e imbarazzanti accadutigli. E finché si tratta di cose che lo riguardano in modo stretto, è solo materiale per l’ilarità dei presenti. Ma quando comincerà a parlare degli altri e dei loro scheletri, tremate: nessuno potrà dirsi al sicuro.

Basta che funzioni respiri (ma anche no) Quello che è contemporaneamente così confuso ed eccitato che farebbe avances anche a un attaccapanni, scambiandolo per Sasha Grey. E no, attaccapanni non è una metafora per indicare una donna poco attraente: lui si accoppierebbe veramente anche con gli oggetti, tanto ci starebbero di sicuro.

SI LA DO – Quella che invece si trasforma in Sasha Grey. E ci starebbe anche con l’individuo descritto qui sopra, peccato che lui abbia preferito l’attaccapanni.

48 Pensieri su &Idquo;Brillo ma non splendo

  1. Splendido orario per scrivere, Ginto.

    Per quanto mi riguarda appartengo al genere monaco zen con trasformazione in vampiro: dopo l’illuminazione sorrido con i canini appuntiti.
    Ma tendenzialmente non accade con l’alcol, piuttosto con alcune sostanze. Se poi son mescolate all’alcol mejo me sento.

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  2. Ormai sono ricordi passati, coperti dalle sabbie del tempo e dall’obnubilamento della memoria.
    Tendenzialmente vivevo uno stadio da S.Francesco misto Tanzania. Praticamente un’amorevole distruzione delle cose. Ma tendenzialmente ero brillante. Ecco, penso la parola che mi contraddistingue è brillante. Oltre che Santone, viste le mie manie divine.

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  3. Dopo questo post non puoi non ubriacarti con me caro Gin. Ti correggero’ il latte!ho molti amici octopus, Red Bull e diavolo della Tasmania, ma personalmente non so proprio in che categoria mettermi!

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  4. Ragazzo mio io ti stringo la mano mentre con l’altra tengo lo stomaco a causa delle risate convulse. Io non rientro proprio in una di queste precise categorie, direi che avresti dovuto inserire una cosa tipo “il sociofilico”, cioè chi da ubriaco improvvisamente diventa una persona socialmente apprezzabile, carismatica e coinvolgente. Comunque alla meglio direi che posso inserirmi a cavallo tra S.Francesco e Il diavolo della Tasmania. 🙂

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    • Sociofilico! Sembra quasi una sindrome…lo vedi quello? Ha la sociofilia, stai attento! XD

      Comunque noto un sacco di tasmaniani tra i blogger, fate in modo di non bere mai in gruppo o deve essere proclamato lo stato di calamità naturale! 😀

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      • ahahah si l’ho pensato anche io nel momento in cui ho scritto “sociofilico”. Sembra una malattia infettiva! Comunque, non sono propriamente una tasmaniana..diciamo che tendo a sbattere o inciampare o rovesciare bicchieri con un pò più frequenza rispetto al solito..sono una tasmaniana anche al naturale! 😀

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  5. “Il Bell’Addormentato” io faccio parte di questa bislacca specie di ubriaco, una volta mi sono addormentato a una festa e i miei amici mi hanno simpaticamente lasciato li. Svegliato all’alba delle 11:30 dalla sorella del proprietario di casa con un fantastico:”Ciao, chi sei?” il fratello era andato giustamente a lavoro lasciandomi a ronfare sul divano di sala… epico…

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Si accettano miagolii

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