I candidati perduti

Mercoledì son passato per la mia ex fuckoltà (che ora è un dipartimento). Decisione infausta. Avevo dimenticato che era tempo di tornata elettorale.

Entro e vengo agganciato da qualcuno che mi chiede se ho già votato. Poco dopo, una giovane matricola avvenente ed elegante, che ignora di essere stata selezionata da qualche smaliziato come semplice oggetto da esposizione (ne ho viste tante, così), prova a mettermi in mano un volantino elettorale. Il mio sguardo da “ritira quella mano o te la magno come Elijah Wood in Sin City” la intimidisce.

Tante facce nuove. Di tanti che conoscevo, nessuno più è rimasto.
No. Aspetta. Quello lì lo conosco. Uno c’è, quindi. Si è laureato ma continua a lavorare per la politica universitaria. È la sua quinta tornata elettorale, non si sarà stancato. Va be’, uno ci può stare.

Un attimo. Anche quell’altro lì lo conosco. Non ha mai lasciato la facoltà, anche lui alla quinta volta. Va be’, due ci possono stare.

Poi diventano 3. Quattro. Finché, non appare lui. Il decano dei politicanti universitari. Per lui sarà la settima volta.

Gente che vive una volta ogni due anni solo per questo. Per i restanti 728 giorni non li vedi più. Mai a seguire un corso, a dare un esame, neanche a prendere un caffè al bar. Travestono la loro occupazione come un compito messianico, un grande sacrificio frutto del loro incommensurabile senso di responsabilità. Io ricordo solo gli scambi di favori con il corpo docente, graduatorie erasmus farlocche, viaggi e scambi-studio e così via.

Non voglio propagandare l’immagine della politica che è sporca a qualsiasi livello, persino quello più basso e dei suoi esponenti corruttibili (e corrotti). È una concezione falsa e sbagliata. Però questi individui non mi aiutano.

Però, forse, non è neanche colpa loro.
infatti lì per lì ho immaginato che sarebbero i soggetti ideali per una storia horror-fantasy. I candidati perduti. Fantasmi che si aggirano tra le mura delle università, impossibilitati ad abbandonarle a causa di una maledizione. Una volta ogni due anni è consentito loro di riprendere una forma e un corpo, per potersi sfidarsi in una sanguinosa contesa.

Esco dalla fuckoltà. Io che posso.