Studio culturale sul popolo delle 30enni

Ti rendi conto che dentro di te sia scattato il passaggio a un’età successiva quando guardi le under 23 e ti sembrano delle ragazzine. Così cominci a guardare quelle intorno ai 30. Nella mia testa una 30enne doveva essere una donna con equilibrio e stabilità mentale. Me povero ingenuo. Nulla di più falso. L’esempio lampante è dato da queste 5 tipologie che ho selezionato.

Premessa paracula: i miei potrebbero sembrare giudizi cattivi ma è tutto all’insegna della massima simpatia, cortesia e ampio parcheggio!

La 30enne sportiva – La 30enne sportiva si nutre di cereali, seitan e aria (ma non troppa perché gonfia), calcola a livello atomico le quantità di cibo da ingerire e se sgarra per una fetta di torta si infligge sedute aggiuntive di corsa/nuoto che bruciano l’equivalente di cibo ingerito in una settimana. Condivide sui social i suoi progressi atletici riuscendo nell’impresa di essere meno interessante persino del tipo che scrive anche quando va al bagno (e ce l’hanno tutti uno così su fb).
Consiglio: non tentate di stuzzicarla con azioni provocatorie, tipo mangiare davanti a lei una fiorentina da 1 kg al suon di “non sai che ti perdi”. Non funziona e vi attaccherà un pippone sull’alimentazione, le carni rosse, le malattie, che vi farà passare l’appetito.

La 30enne disadattata – La 30enne disadattata frequenta corsi di yoga trascendentale, legge Pasolini, non frequenta bar ma caffè letterari, non dice “noia” ma “tedio”. Altera e sofisticata durante il giorno, alla sera termina inevitabilmente le sue giornate devastandosi di alcool, per poi raccontare ubriaca agli altri di quanto la sua vita faccia schifo, di quanto certi uomini abbiano il cervello più piccolo del pene, di quanto siano copiose le sue mestruazioni.
Consiglio: datele un uomo. Possibilmente molto brutto, abbastanza affinché non sia lui a lasciare lei.

La 30enne disagiata – Da non confondere con la disadattata, la disagiata è una laureata in Studi blablaologici antichistici che fa un lavoro sottopagato per 6 giorni su 7 la settimana e che ovviamente non corrisponde ai suoi studi. Aspetta sempre l’occasione di svolta, almeno fino a che non suona la sveglia. A chi la incontra parla di lavoro, bollette, amiche che si sposano e fanno figli, sospirando. Precisando che poi in realtà non ha alcuna intenzione né di sposarsi né di fare figli, anzi lei odia i bambini. Costretta dalle necessità economiche o dalla stanchezza lavorativa a ridurre le sue uscite serali, comincerà a vivere in una perenne rievocazione di Friends o di qualche altra sit-com americana, trascorrendo le serate tra pizze e divani.
Consiglio: toglietele la tv.

La 30enne fancazzista – La 30enne fancazzista fa cose e vede gente. È iscritta probabilmente a Scienze Politiche, possibilmente a Belle Arti, verosimilmente a Lettere. Magari a tutte e 3 perché deve trovare la sua strada. Ha vissuto a Londra, ha convissuto a Parigi, ha condiviso a Barcellona. Balla reggae, fuma joint, va ai concerti di quel che resta dei Diaframma che ascoltava quand’era piccola. È impegnata politicamente ma solo a targhe alterne, ha l’hobby della fotografia ma solo perché le permette di spacciarsi per artista.
Consiglio: nascondete sigarette, portafogli, automobile, perché tenterà sicuramente di scroccarvi qualcosa.

La 30enne complicata – Sottocategoria trasversale in cui si ritrovano vari generi di donna, la 30enne complicata (definizione che si dà lei da sola) si ciba di Coelho e astrologia, di riviste di psicologia e manuali per la dieta, usando poi le conoscenze acquisite per dispensare consigli e pillole di saggezza ad altre trentenni disperate in occasioni di uscite che si trasformano in sedute di auto-aiuto. Ha un pessimo rapporto col padre, ha spesso litigato con la madre, avrà fatto a botte col fratello: in virtù di ciò ritiene che non potrà mai essere capita da qualunque altro essere umano.
Consiglio: quando la incrociate, cambiate strada.

Ultimo consiglio. Non seguite i miei consigli. Le 30enni tutto sommato sono fighe (seconda paraculata di oggi).

43 Pensieri su &Idquo;Studio culturale sul popolo delle 30enni

  1. Hai dimenticato la trentenne infantile, che nonostante l’età ha abbigliamento con pupazzetti vari, l’auto decorata con HelloKitty o simili, si sdilinquisce e comincia a parlare come una cretina davanti a fotografie di gatti o ai figli delle amiche, ha gusti musicali, letterari e cinematografici fermi all’adolescenza e un’idea di amore e rapporto di coppia uscita pari pari dai film Disney 🙂

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  2. AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

    Sì sì, scriverò un pari post sui trentenni, visto che ne conosco e frequento parecchi. Ma le categorie sono decisamente ridotte di numero.

    Aehm, ci sono in giro delle splendide quarantenni. Ok… ci ho provato.

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    • È vero. Il fatto è che si sono varie concause coincidenti.
      La vita media che si innalza, l’accesso agli studi post liceali che porta a posticipare l’ingresso nel mondo del lavoro, le difficoltà economiche che pongono ostacoli a uno sviluppo ulteriore della propria vita…è chiaro che prese singolarmente queste cose non bastino, ad es. conosco pure persone che contraddicono questo schema.
      È chiaro che, comunque, il raggiungimento di una certa maturità si sia spostato in avanti (questo vale per donne e uomini, ovviamente). Anche perché non vi sono più esigenze che spingano in senso contrario. Per dirla in parole povere, i nostri nonni a 18 anni magari andavano in guerra, i nostri padri a 18 anni magari vivevano in una famiglia povera: nelle generazioni successive il 18enne ha potuto godere – in genere – di una stabilità che gli facesse da paracadute, invece.

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      • È vero, ma è anche vero che spesso le esperienze si anticipano e si giunge ad un’età in cui quello che dovresti fare lo hai fatto prima. Ai tempi dei genitori a 15 anni si andava a scuola e si giocava, ora ci si fidanza seriamente pensando di creare una famiglia e giunti a 25 anni si rimpiange l’adolescenza, si lascia il partner e si vivono gli anni perduti. Poi si giunge ai 30 e si hanno in mano un pugno di mosche senza poterle tenere per te. E fare da capo un’esperienza di vita in coppia come quando si era adolescenti diventa noioso e a volte stanca. Che dire, ci vuole anche fortuna a vivere le cose con parsimonia e pazienza! Una mia amica ormai 35 enne ha alle spalle una storia di 10 anni finita poco prima dei suoi 26 anni. Proprio l’età in cui una persona cerca un partner per la vita. Lei invece voleva rifarsi gli anni perduti e scappa che ti scappa si ritrova con i suoi anni sola e con una voglia di avere una vita di coppia. Se trova quello giusto trascorreranno altri anni e giungerà ai 40 e li, beh poi l’aspetto fisico mina sulla scelta di un figlio.

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  3. aghahahahahah! Grandissimo Gin. Sai che ho incontrato troppe, ma veramente troppe, 30enni disadattate?! Marò che uallere! Ma anche le altre rientrano nella lista di quelle che ho conosciuto, conosco o, sono sicuro, conoscerò.

    Quella che mi manca, ma penso sia per questioni di spazio, è la 30enne maschiaccio. Ma forse perché frequento ambienti che mettono a repentaglio la delicatezza femminile per ricoprirla di una patina di unto e demonio. Devo smetterla di frequentare certi concerti.

    Scusa, sarò sessista, ma la 30enne xxxxxxx da sbarco?! (mi auto-censuro perché non è il mio blog – che fa il paglio con IL 30enne che usa le donne come fodero per la sua Durindana). Anche quella ha un suo quadro emotivo che tu, caro Gintoki, son sicuro riusciresti a esplicare perfettamente (non perché conosci o frequenti eh… sei abile nel spiegare!!!). 😀

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    • “Una patina di unto e demonio” uahahahaha scusa ma son rimasto bloccato su questa definizione, è geniale. In sei parole sintetizza un intero scenario, ti chiedo il permesso di rubartela per futuri usi 😀

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        • ahahah ma no erano osservazioni interessanti e circostanziate 😀
          Anche la cosa della durindarda è forte, a parte che poi non sentivo questo termine da 16 anni, terza media, libro d’antologia, ludovico ariosto 😀

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          • ahahaha. No, ok, il fatto è che ultimamente sono una bestia XD
            Guarda che il nomignolo “usa le donne come fodero di carne per la sua Durindana” è un leit-motiv ahahah.
            Comunque sia è un modo nobile per definire una persona 😀 siamo letterali!!!

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  4. sono rimasta assai delusa.

    non so dove collocarmi.
    già mi dice culo se ho una rappresentanza in parlamento.

    le trentenni di nicchia: quelle che alla fine non sai dove collocare.

    tra l’altro ho deciso di offendermi personalmente con te perchè non ci è una mia categoria.
    tiè toh tiè.

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    • Uh oh, urge rimediare.

      Ok, reggiti forte, sto per sparare la terza paraculata di questo post.

      Ma ma! Mi sembra ovvio che tu non ci sia: come si può pensare di rinchiudere in una generica, superficiale categoria una personalità complessa, particolareggiata e multiforme come la tua? Sarebbe sminuente.
      Chi avrebbe cotanta presunzione e – aggiungo – insolenza? Io no di certo.

      (come sono andato? 🙂 )

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  5. Hai scritto “Nella mia testa una 30enne doveva essere una donna con equilibrio e stabilità mentale”. Ma se usi la parola “donna” dovrai eliminare tout court concetti come “equilibrio” e “stabilità mentale”. 🙂
    Io sono una di quelle povere sfigate che continua (in modo sempre meno convinto) a sostenere di “essere diversa dalle altre donne”. A 24 anni questa mia convinzione già vacilla, per i 30 credo che sarò una 30enne complicata.

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  6. Io faccio parte delle 30 enni che non vogliono avere 30anni.
    Ne ho 30 (e un paio) ma non li dimostro e vorrei averne per sempre 25(o giù di lì)

    tu dici” Nella mia testa una 30enne doveva essere una donna con equilibrio e stabilità mentale”.
    quando ero più piccola lo pensavo anche..mi ero ripromessa che entra 28 anni volevo essere sposatahahahahah ..ora sono nella fase “spleen” dove penso mi tramuterò nella vecchia gattara (folle) dei Simpson!

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Si accettano miagolii

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