Cliente: “Non si va in giro senza assicurazione…”
Ragazzo: “Eh lo so lo so, ma si pigliano 1800 euro l’anno, io come li faccio a pagare…” replica a testa bassa con tono sconsolato
“O’ guaglione tiene ragione, ma come si fa a pagare tutti questi soldi?” interviene un secondo cliente, polemico
Cliente: “Allora scusate, è giusto non pagare? Guardate che se paga 1800 euro è proprio perché c’è gente che l’assicurazione non se la fa”
Secondo cliente: “Ma scusate è giusto che un ragazzo debba pagare tutti questi soldi? Io lo capisco se poi non se la fa l’assicurazione”
Cliente: “Bisogna cambiare le leggi e siamo d’accordo, ma la soluzione quale è allora? Che è giusto non pagare? Io pago 500 euro di assicurazione per la mia macchina proprio perché pago pure per gli altri”
Secondo cliente: “Ma qua in Italia come vogliamo uscire dalla crisi con tutte ste tasse, mentre a Roma i politici pensano solo a mangiare i soldi, giusto ieri ho letto su internet hanno fatto una legge che se prendono una multa pagano l’80% in meno…”
E il discorso è andato avanti così per un quarto d’ora sempre col medesimo schema.
Amo il salone del mio barbiere. Offre sempre spunti di riflessione interessanti.
Il giovane assistente del Figaro era molto preoccupato. Un automobilista lo aveva investito mentre lui era sul motorino: nulla di rotto ma il mezzo aveva riportato dei danni. Si erano messi d’accordo che il ragazzo avrebbe fatto riparare il motorino dal meccanico e poi avrebbe presentato il conto al pirata. Era la soluzione più comoda soprattutto per l’investito, considerando che è privo di assicurazione. Se non che l’investitore o avrà subodorato la cosa o si sarà consultato con qualcuno, fatto sta che trascorsa qualche ora gli ha telefonato affermando di aver cambiato idea e che preferisce fare la lettera. Dramma. Perché se è vero che l’automobilista deve comunque pagare, il ragazzo ora teme guai nel caso si scoprisse che va in giro senza assicurazione.
Nel salone allora si è aperto il dibattito che ho riportato sopra.
È la solita vecchia storia. Le tasse sono troppo alte. Pagare tutti, pagare meno. E via dicendo.
È un dato di fatto che si paghi troppo. A Napoli si pagano le polizze assicurative più care d’Italia, probabilmente d’Europa. Eppure il numero di incidenti è inferiore a quello di altre grandi città, secondo l’Istat (da pag. 17 del documento).
È una discriminazione geografica a tutti gli effetti e le compagnie di assicurazione ci marciano sopra in modo fraudolento.
Va detto che è anche vero che il tasso di veicoli non assicurati in giro qui sia altissimo. Non ho recuperato statistiche, chi dice il 40% dei veicoli, chi il 30%.
È un cane che si morde la coda. Non pago perché costa troppo, costa troppo perché non pago.
Al di là del caso specifico, io noto comunemente che in nome di un fine che consideriamo giusto si ritiene giustificabile una furbizia.
Un esempio è saltare la lista d’attesa per un esame medico: in Italia siamo costretti ad attendere tempi biblici, per rimediare si chiede allora un favore a un medico amico o compiacente. Crediamo di non far nulla di male, in realtà così facendo ingolfiamo ancor di più la già fiacca macchina sanitaria.
La furbata, la cultura del favore, la conoscenza diretta che ci aiuti: sono tante le vie per mettere in atto escamotage che giustifichiamo col fatto che in questo Paese non funzioni nulla.
Allora concludo con una domanda: le cose funzionano male, la furbizia, anzi furbata, le migliora?
ps. Ovviamente mentre i due dibattevano come se fossero a Ballarò c’ero io sotto le forbici del guaglione, il quale ascoltava in silenzio infervorandosi sempre più a giudicare dalla foga che avvertivo mentre mi tosava. Ho temuto mi tagliasse via anche le orecchie, rovinando il mio bel profilo da gattone.