Mento, quindi sono

Le persone mentono.

Che scoperta. Il fatto è che mentono persone insospettabili, persone che ritieni equilibrate e che, soprattutto, non avrebbero motivo di mentire perché la cosa non ha alcun vantaggio pratico.

Potrei comprendere la balla con scopo. Comprendere ma non approvare, beninteso. Se è prodotta in vista di un fine acquista più senso di una balla fine a sé stessa.

Non che io riesca a usarla. Più che mentire preferisco partire da una base di verità e gonfiarla, una tecnica che adotto nei colloqui di lavoro. Se svuotavi i cestini della differenziata, racconterai che eri l’addetto alle politiche ecologiche dell’azienda, ad esempio.
Chiamatela pure realtà aumentata.

Questo ha almeno un fine, uno scopo. Ma che – ad esempio – persone che conosco appena e nella cui vita non ho alcuna influenza raccontino una balla non lo concepisco: cosa cambia? Cui prodest? Non conoscendoli avrò più difficoltà a smascherare una frottola? Torniamo alla prima domanda, sul che cosa cambi.

Per me c’è del patologico. La menzogna acquista il potere di definire un’identità. Mento, dunque sono.

43 Pensieri su &Idquo;Mento, quindi sono

  1. Hai pienamente ragione Gin. La menzogna sta diventando uno status sociale e di definizione della persona. Come se essere onesti sia qualcosa di particolarmente sgradevole. La verità gonfiata è normale, la balla con scopo anche (lo facciamo tutti… serve…).
    Mentire solo per il gusto di mentire. Inconcepibile.

    Il tuo fedele,
    Napoleone Bonaparte

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        • A-ha! Sgamato! Napoleone andò all’Elba dopo Lipsia (dove io c’ero, anzi l’ho organizzata io, Metternich mi disse dove si va stasera? E io risposi mah se provassimo Lipsia? Pare abbiano aperto un nuovo locale), non dopo Waterloo!

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          • Dannazione. Io ero passato dal Vietnam con frombola di ritorno. Perché c’eravamo io, Matisse e Tony (c’è sempre un Tony nelle compagnie allegre) che ci siamo detti: sconfiggiamo Nelson? Si, ma andiamo all’elba. Che poi, penso, era un difetto di pronuncia di Matisse che voleva dire: si, ma andiamo all’ALBA ed è uscito fuori “all’elba” e mi sono ritrovato in un bungalow sulla spiaggia. Da solo.E poi siamo andati via e ci siamo persi qualche battaglia. Solo per un ritardo. Per questo dopo Lipsia non volevo tornarci all’elba…

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  2. Hai centrato il bersaglio. Mentire è meschino, quando lo si fa è a buon fine, per evitare una sofferenza o abbellire una realtà grigia. L’esempio del cestino è da sorriso e non nuoce a nessuno. Spararle grosse tanto per, a me, fa pensare a persone vuote che con la balla pensano di salire in vetta e guardare gli altri come fossero miserabili. A presto

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  3. a beh! se io e te non ci conosciamo e ti racconto di essere stata bla bla bla alla fine mi sono creata una identità, come hai detto tu. abbiamo bisogno di mentire, di lasciar intendere agli altri quello che vorremmo essere o avremmo voluto fare. o mentire magari per la compassione dell’altro, per creare un’immagine forte o fragile. non serve a niente. solo a noi stessi!

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  4. Nella mia realtà aumentata ho una quarta?
    Comunque boh, non so, io d’altronde non mento mai, quant’è vero che ho una quarta.

    No, aspetta, ora viene la parte seria del commento. C’è sempre uno scopo, credo, ma più spesso è subdolo, poco evidente, e non necessariamente si traduce in un vantaggio prettamente pratico. Non necessariamente lo intuisci e non lo intuisce neppure la persona che mente. Ma c’è, dai, c’è! Sennò sei cretino!

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    • Dipende: una cosa è la realtà aumentata, l’altra è l’aumento di realtà 😀
      Ma se destra e sinistra sono 2 pari, in totale fa 4, quindi ci sta!

      Quindi sei per la teoria dello scopo, seppur celato anche al mentitore. In quel caso subentra un qualcosa di inconscio, entriamo veramente nello psicologico

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  5. Sto discorso della menzogna è un casino. Ci penso spesso (sai, sono dell’azienda che fomenta l’onanismo cerebrale). L’omissione è menzogna? Dire tutta la verità, proprio tutta tutta è sempre un bene? E, se ogni essere umano mente, un essere umano che non mente e non comprende la menzogna ha qualcosa di patologico?

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    • Io lavoro per la tua stessa azienda, m’avete assunto l’altro giorno!

      Uhm. Bel quesito quello sulle verità nascoste.
      Io ad esempio sono più sospetto di un mentitore professionista. Mento, ovviamente, ma in modo lieve e moderato. Il più delle volte invece nascondo. Il che mi rende sospetto agli occhi altrui.
      Mentre il mentitore, se è uno che crede in quel che dice, risulta più credibile.

      Ma chi è più bugiardo tra i 2? Lui che mente o io che taccio?

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              • Uhm sul “socialmente accettato” o “accettabile” si dovrebbe aprire un capitolo a parte e non sono la persona più adatta. Posso solo notare una discrasia: talvolta le persone che non seguono canoni conformi al socialmente accettato sono anche persone che esercitano un certo fascino e con potere di attrazione nei confronti degli altri. Anche quando non compresi.

                Personalmente mi verrebbe di consigliarti di fottertene del “socialmente accettato”, ma è davvero un consiglio troppo personale.

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  6. una persona può mentire per nascondere se stessa, per nascondere la pochezza che è o anche per non far avvicinare l’interlecutore, non penso che mentino per sport ma perchè ci sono dei problemi di fondo

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    • Si dice che in fondo i confini della nostra persona siano condizionati anche dalla immagine che gli altri hanno di noi. A volte capita che le persone stiano male perché c’è una discrepanza eccessiva tra l’Io soggetto e l’Io oggetto; chi mente magari vuol recuperare un controllo sugli altri

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      • Non solo vuole recuperare il controllo sugli altri,ma attraverso di essi ricostruisce anche se stesso diventando ciò che vorrebbe essere e che,per un motivo o per un altro,non è. In fondo la maggior parte di noi,per definirsi,si guarda più attraverso gli occhi altrui che attraverso i propri.

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  7. A me capita questo sovente, meno mento, più mi mentono. E le bugie si sgamano sempre, presto o tardi. Allora mento anch’io e poi mi sento una merda e comunque mi sgamano in tre secondi netti. Allora, perché non s’impara a dirsi tutto il vero, senza filtri? Ma mi pare un desiderio un po irreale, come aspettarsi che il pavimento della mia cucina diventi auto pulente.

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    • Ti sgamano probabilmente per mancanza d’allenamento :D…il bugiardo professionista, come dicevo più sopra, è un vero attore, riesce a infilarle nel discorso con naturalezza.

      Poi a te viene da dubitare ma ti senti anche in colpa perché pensi ma se poi dice la verità sono una cattiva persona a essere diffidente

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    • Ci sono persone deboli (tante, sempre di più) che assecondano, accondiscendono, obbediscono, seguono bendati il più forte, il più simpatico, il più affermato. Cominciano con le vere basi della menzogna: il mentire a se stessi, una volta affinata l’arte diventa tutto più…naturale, si mente a chiunque, quasi sempre. Un processo irreversibile che chi mente protegge e cura inconsciamente, Smascherando un professionista della panzana, ci si trova rigirati come una frittata, arte nella quale un pallista è maestro. Unico vero rimedio è allontanarsi.
      Non è semplice né essere bugiardi, né veramente sinceri. Non siamo noi adulti a dire ad un bambino: “non raccontare bugie perché ti cresce il naso come a Pinocchio?” 🙂 Todo es mentira, la verdad.

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  8. a volte praticare verità e onestà comunque e sempre risulta davvero faticoso in un contesto sociale caratterizzato da scarso rigore etico, dove le regole contano ben poco e per andare avanti certi escamotage sono consuetudine…ogni riferimento a paesi bagnati dal Mediterraneo a forma di stivale è puramente casuale 😉

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Si accettano miagolii

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