Il festival della canzone italiana dimenticata (o da dimenticare)

Stamattina mi son svegliato con un motivetto in testa che non ricordavo e che risale ad almeno un decennio fa. Il che mi ha fatto ricordare quando, all’epoca, ascoltavo tantissima radio. La ascolto anche oggi, ma da adolescente, soprattutto d’estate, dalla mattina alla sera avevo la radio accesa. Così mi capitava di ascoltare di tutto, comprese canzoni di artisti poi rivelatisi meteore musicali. Ho deciso di mettere insieme un best of dei miei ricordi sonori, scavando nei miei archivi mentali. Eviterò robe tipo Dammi tre parole, troppo sputtanate, no, io ricordo cose che, secondo me, anche i loro autori hanno dimenticato (o hanno voluto dimenticare). Il periodo è sempre inizio anni ’00. Si ringraziano per la collaborazione, la Grande G e Youtube.

Cominciamo con Francesco C, vero giocoliere della metrica, che canta versi impegnati come questi qui

voglio cambiare un miliardo di colori,
così quando mi cerchi poi vediamo se mi trovi,
ho chiuso, per sempre, con la tua nevrosi,
con la gelosia e le tue cazzo di psicosi

Che io sappia, Francesco Cieri (vero nome) non è proprio un Carneade musicale: è stato abbastanza attivo nel panorama underground a inizio anni 2000, ha “fatto il botto” (‘nzomma) con questa hit e poi boh. Ah, credo vada ascritto a lui il merito di aver dato una mano ai Dari (che non posterò qui, c’è un limite all’orripilante) a emergere.

A proposito di giocolieri, chi si ricorda questo


Non esiste manco su Wikipedia! E se non esisti su Wikipedia, beh, che ti devo dire.

Menzione speciale per questo genialoide

Senza parole. A quanto ne so, il buon Bassi si è rifugiato nel basso (non è una battuta) e suona per dei big.

A proposito di telecomando, come non citare gli Otto Ohm

Questi in realtà son bravini e continuano a produrre dischi. Non sono più saliti alla ribalta come all’esordio (ricordo su MTV girava sempre Amore al terzo piano, singolo estratto dal disco d’esordio di cui faceva parte anche Telecomando). Comunque applausi per Cazzo me ne frega della Gruber sull’altare.

Passiamo a Pacifico, per il quale vale lo stesso discorso fatto per gli Otto Ohm. È un cantautore, ancora attivo, versatile (suona vari strumenti) e che conta svariate collaborazioni con artisti italiani. Io però mi ricordo l’esordio con questa canzone

Costoro, invece, non so chi cacchio siano e preferisco non saperlo

Ammetto che la canticchiavo, sarà perché ho sempre avuto il complesso dell’amore platonico.

Questo qui, invece, ha poco di platonico.


Sto ancora ridendo. E vomitando.

Stiamo arrivando in fondo e la bruttezza si fa sentire, pesante. Come non tirare in ballo, allora, questi altri due Genial LLoyd. Ogni commento è superfluo.

Veniamo alla canzone che mi girava in testa stamattina. Non so perché, ma stamattina mi son svegliato con questa frase in loop: Come una vongola…come una vongola…(sarà stata voglia di uno spaghetto con le vongole? Sono incinto?!). Chiedendo lumi a San Google, ho rintracciato questa perla (visto che siamo in tema di bivalvi, ci sta bene); non ho parole per tale bruttezza e non capisco come facesse una radio nazionale a trasmettere (più di una volta!) una tale roba.

Ti muovi come una vongola che sotto il sole si dondola? Quale allucinogeno produce una tale visione? La domanda fondamentale, però, è un’altra. Chi diavolo era Clara? E che fine ha fatto? Lanciamo un messaggio nel mare della rete, partiamo alla ricerca di Clara, vediamo di ripescarla. Magari in mezzo alle vongole.

5 Pensieri su &Idquo;Il festival della canzone italiana dimenticata (o da dimenticare)

  1. OH MIO DIO!
    Ma allora non sono l’unica a ricordarla!
    “Sarà la primavera con l’estaaaate alle porte, saranno le ragazze con le gonne più corte e quegli sguardi ad occhi aperti; ma le ragaaaazze di questi teeempi ci fanno perdere completamente i sensi!”
    .. la so ancora a memoria.

    "Mi piace"

Si accettano miagolii

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