D’estate, verso sera, mi piace sedermi sul davanzale della finestra della mia stanza e leggere. Un po’ perché mi sento figo e mi sparo le pose (ma tanto non mi vede nessuno, quindi è solo masturbazione), un po’ perché mi piace godermi l’arietta al tramonto.
È stato in quel momento, oggi, che ho realizzato cos’è che sento che manca nella mia vita. L’ho compreso quando ho chiuso il libro e ho guardato il cielo che da rossastro sfumava via via nell’azzurrino fino a farsi più scuro.
Io sono solo.
Ci sono determinati momenti in cui vorrei accanto una persona che provi le mie stesse emozioni per condividerle: quando guardo un tramonto (che poi il tramonto da casa mia fa cagare, a parte che manco lo vedo il sole, chiuso come sono dall’autostrada e dai palazzi), il mare, quando nell’aria, dopo la pioggia, c’è odore di terra bagnata, quando guardo due tizi che fanno canottaggio nei Navigli di Milano
Ok, l’ultima non è poetica, ma quando li ho visti mi veniva da sorridere.
Comunque, più della mancanza di contatto fisico, più della mancanza di qualcuno che ti dica quanto ci tiene a te e così via, sento la mancanza di qualcuno che veda con i miei occhi e senta ciò che provo. Le mie sensazioni soffrono di solitudine.