Gli studenti universitari

 
Esistono diverse tipologie di animali da facoltà/studenti universitari, nel corso della mia carriera credo di averli visti quasi tutti. Qui c’è un elenco sommario, che non racchiude tutte le categorie, inoltre alcune possono anche essere trasversali. Sono previsti anche dei rimedi nel caso ci si imbatta in uno dei soggetti descritti.
 
Il primo della classe – Non può mancare in cima alla lista, ovviamente. Seduto in prima fila, è l’unico tipo di studente che riesce a scrivere gli appunti durante la lezione riportando tutto quello che dice il professore e stando alla pari con quello che dice. Provateci voi, dopo tre parole avrete perso il filo. Raccoglie così tanti appunti che in pratica ha scritto un altro libro. E del libro principale poi ne fa i riassunti. Studia riviste di geopolitica in inglese, ha capacità di memorizzazione inferiori solo a quelle dei server di Google ed in alcuni casi è l’unico a sapere quando e dove è stato stampato il libro, perché metti che lo chiede. Comprensibilmente, è un esaurito, spesso parla a raffica. Schematico, può andare in crisi con una domanda banale ma spiazzante. A quel punto si suiciderà o ricomincerà a studiare il doppio (il che è lo stesso). Rimedio: un festino a base di lsd.
 
Il primo della classe rompipalle – In realtà non ha molto in comune col primo soggetto descritto, la variante principale è che è più intelligente ma non ha voglia di fare un cazzo, perciò tenta di guadagnarsi l’esame intervenendo sempre durante le lezioni e proponendo ricerche e tesine. Dà fastidio al docente e agli altri studenti. Rimedio: una mazza da baseball.
 
L’intrattenitore – A lezione si annoia dopo 5 minuti e smette di ascoltare. A quel punto incomincia a fare commenti, battute, racconta aneddoti, prende in giro i vicini di posto. É pandemico, una volta che si è innescato, riesce a contagiare nel cazzeggio la zona intorno a sé. Rimedio: qualcosa che lo mandi in depressione.
 
L’esibizionista – Quella a cui spunta dai jeans un perizoma che arriva dietro il collo; non se ne cura e resta tutta la lezione seduta piegata in avanti. Attenzione: controllare sempre il viso, non sempre il davanti ed il dietro sono direttamente proporzionali in quanto a bellezza. Rimedio: un cellulare con una buona fotocamera.
 
La fashion victim – Scambia la facoltà per un locale alla moda, si sveglia alle 4 di mattina per rifarsi capelli, trucco, abbinare i vestiti dalle scarpe al cappello, mutande comprese, per presentarsi sempre in perfetto ordine a lezione. Ha un armadio pieno solo di scarpe e borse ed ovviamente non mette mai la stessa borsa per due giorni consecutivi. Rimedio: una secchiata di fango.
 
Il tronista – Variante maschile della fashion victim. Caratteristica principale sono i capelli sempre perfettamente tagliati ed in ordine, che inducono a varie ipotesi: i capelli sono finti; sono dei Sayan puri, per cui i capelli non crescono mai; può permettersi di andare dal barbiere due volte a settimana. Porta vistosi occhiali da sole che sembra al posto delle lenti abbiano degli schermi lcd, emerge dal gruppo per qualche capo di abbigliamento particolare: una camicia senza maniche, una maglia rosa, una canottiera viola, eccetera. É l’unico che riesce a sembrare simpatico alle donne offendendole. Del tipo: non hai le tette, lei: ha ha ha ha. Rimedio: qualsiasi arma è al momento inefficace.
 
L’alternativo/L’alternativa – La caratteristica principale non è il luogo comune dell’abbigliamento, delle canne, dei piercing. L’alternativo infatti può anche essere in borghese e passare inosservato tra la folla. In realtà tale soggetto si distingue perché si prende troppo sul serio, guai a ridere ad esempio in sua presenza anche solo di una formica che fatica a trascinare un seme, potrebbe innescare la sua modalità invettiva: cioè scusa, che intendi? Non lo sai quante ore al giorno lavora una formica, senza neanche gli straordinari pagati? Dall’alto di due libri che ha letto, il presupposto principale di qualsiasi interazione con lui è che voi siete più ignoranti. A meno che non abbiate letto anche voi quei due libri. Ma se l’avete fatto, siete già come lui e fate già parte della sua cerchia di eletti. Rimedio: la Digos.
 
La studentessa fuori sede – Questo soggetto è identificabile dai capelli tenuti sempre con la coda, dalle profonde occhiaie e da vari sedimenti geologici di eyeliner incrostrato tra le ciglia. Il soggetto all’ultimo stadio si presenta in facoltà in tuta. Rimedio: un idrante.
 
Il molestatore – É sempre impegnato a discutere con qualche studentessa, in apparenza di argomenti neutrali, che celano però il suo tentativo di abbordaggio. La tediosità dei suoi discorsi è tale da far pensare che la tecnica sia quella di prenderle per sfinimento. In genere fallisce nel suo intento. Rimedio: il Telefono Rosa.
 
Il tifoso – Ci sarà sempre qualcuno che avrà come capo distintivo uno zaino, una sciarpa, un cappello, un giubbotto eccetera con i colori o lo stemma della propria squadra. Se è presente in un gruppo di più di due persone, si è certi che in quel gruppo si sta parlando di calcio. Da non confondere col tifoso vincitore, quello che si presenta con la maglia della squadra il giorno dopo una vittoria importante. Rimedio: il soggetto è totalmente innocuo, evitare però di stimolarlo con domande inerenti il calcio, altrimenti non smetterà più di parlare.
 
Il fantasma – Un essere, uomo o donna, che si aggira perennemente per la facoltà, nei corridoi, nei cortili, nei bagni. Ma a lezione non si vede mai. Gli mancano sempre 5-6-7-8 (a piacere) esami per laurearsi, ma non finiscono mai. Probabilmente è il fantasma di uno studente morto nella facoltà, rimasto legato lì per una maledizione. Anche quando fa un esame, il numero di questi non diminuisce ed il suo tormento non avrà fine. Però il fantasma non pare curarsene ed è facile imbattersi in lui in atteggiamenti allegri, mentre fuma o suona la chitarra. Rimedio: chiamare un esorcista o i Ghostbusters.
 
L’opportunista – Il Filippo Inzaghi degli studenti, come lui è micidiale negli ultimi metri di campo, questo studente è micidiale negli ultimi giorni di corso. Riesce a farsi passare per corsista presentandosi a lezione le ultime due settimane, beneficiando del trattamento migliore all’esame. Rimedio: invocare il fuorigioco, ossia, sputtanarlo.
 
Il disorientato – Ansioso, agitato, incerto, vaga cercando di arpionare la prima persona che gli ispira fiducia per chiedergli: dove è l’aula, quando c’è il corso, chi è il professore, quale è il programma, ha già detto i libri, come è all’esame, eccetera. Rimedio: una siringa di valium sempre a portata di mano.
 
Quello che sembra passare lì per caso – A differenza del disorientato, non vive la propria ignoranza come elemento ansiogeno, anzi, ne fa un tratto folkloristico del proprio carattere. Attenzione, spesso sono in grado di sorprendere l’uditorio intervenendo con una deduzione arguta, il che induce gli scienziati a ritenere che sotto la coltre di vacuità ci sia una attività elettrica cerebrale. Ma gli studi in materia sono ancora carenti. Rimedio: non se ne conosce qualcuno.
 
Chi l’ha visto – Il rappresentante degli studenti, compare prima delle elezioni e poi scompare nel nulla. Rimedio: a dispetto della definizione, evitare di mettere in moto meccanismi di ricerca. La sua presenza, infatti, è alquanto inutile per la vita della facoltà.
 
I caduti in guerra – Cioè coloro che non rivedrai mai più dopo il primo semestre. Alcuni sono come le effimere, spariscono dopo la prima settimana. Rimedio: quando uno è morto è morto.
 

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4 Pensieri su &Idquo;Gli studenti universitari

  1. No dai…..io mi meritavo un paragrafo dedicato, il genere "Rosario" manca dalla tua lista(per qualcuno sarà anche un bene)….mi aspetto un corposo update…;)

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  2. ahahhahhaa troppo forte Francè so morta dalle risate, comunque devo dire che hai perfettamente descritto ogni sorta di "essere" che si aggira x i corridoi delle universita’ahahhaha diciamo che li ho conosciuti quasi tutti, mi manca il fantasma forse da noi so gia’ passati i ghostbuster ahahahahah complimenti comunque ^^

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Si accettano miagolii

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