Verbena blu

 
Iridi argentei
illuminano fiale di malumore
disperse tra olezzi di vanità
esantemi, cicatrici a fior di pelle
curati dalla malizia che emana
 
Verbena blu
sul suolo di solanaceae
ammicca alla protervia
 
Eolo ne sfiora le intimità
si china al soffio sensuale
e poi voluttuosa Nube
ne irrora le grazie
 
Verbena blu
improvvido gelo condensato
affosserà il fascino diffuso da lei
 
Verbena blu
se sarà domani non se ne cura
gode oggi di orgasmico furore
 
 

Suburbano – Jason, fine?

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Quel giorno tornò a casa stanco. Non perchè avesse lavorato duramente, la sua era stanchezza mentale, che giorno dopo giorno si accumulava dentro di lui e si stratificava trascinandolo sempre più in uno stato di torpore perenne.
Si gettò sul divano sospirando, reclinò la testa all’indietro e cominciò a fissare il soffitto.
 
Conobbi Jason ad una festa, quando le feste eran ancora feste e non "party", che mi dà sempre l’idea di un raduno di figli di papà col naso consumato dalla coca, di mignotte in cerca di polli danarosi e di checche che non vedono l’ora di strusciartelo addosso.
 
 
Si era infilato una borsetta in testa a mò di colbacco ed imitava una danza cosacca, o almeno nelle sua mente rimescolata ed impastata dall’alcool credeva di farlo. Io ero al mio tavolino a bere il mio terzo (o quarto) Jack e fissavo quell’idiota.
Un’ora dopo, l’impasto che aveva nel cervello gli stava uscendo dalla bocca in un angolo di strada, e non so per quale motivo c’ero io a reggergli la fronte.
 
Non sarà l’unica volta. L’alcool lo reggeva abbastanza bene, il problema è che i nevrotici ansiosi come lui non dovrebbero bere, ci dovrebbe essere un cartello con la faccia di uno schizzato all’ingresso dei bar con scritto su IO NON POSSO ENTRARE. Jason era un tipo già agitato di suo, quando beveva si agitava ancora di più e lo stomaco dopo un pò gli si rivoltava e gli attraversava l’esofago in cerca della libertà.
 
All’epoca in cui lo conobbi aveva perso la testa per una ragazzina che credo facesse la puttana. La beccavi per strada e la vedevi sempre tornarsene a casa con un accompagnatore diverso: ora non so voi, ma io di sicuro mi farei pagare vista la facilità con cui si raccattano clienti.
 
A volte provavo a dirlo a Jason
 
<< Senti amico, se vuoi andare a puttane ti ci porto io, ne conosco una che è capace di succhiarti anche l’anima ah ah ah!>>
 
Ma lui si alterava sempre se parlavo male della "sua" donna.
Le donne per lui erano una sega mentale perenne, credeva sempre di viver con loro chissà quale grande storia quando in realtà per loro non esisteva nemmeno.
Quando se ne rendeva conto, puntualmente si deprimeva e tornava a casa ad ascoltarsi Jeff Buckley o altra roba deprimente.
 
<< Cazzo, me smettila di ascoltare questa roba depressa, tu devi ascoltare un pò di rock! Ascolta i Credeence, i Lynyrd Skynyrd, gli Stones, gli Zeppelin! Quella è roba forte, non quello che ascolti tu, questa è gente che ha raccattato più droga e fica di quanta potremmo fumarcene e scoparcene noi due in tutta la nostra vita! >>
 
Così finivamo sempre a fare i soliti discorsi, lui mi diceva che ascoltavo roba da vecchi, io gli dicevo che lui non capiva un cazzo, e così via.
 
Quel giorno non mise su Jeff Buckley, comunque.
Prese in mano la chitarra e cominciò a fissarla.
 
Da quando aveva mollato il gruppo non suonava più, e una chitarra che non suona diventa inutile. Probabilmente è così che si sentiva Jason, come una chitarra che non suona.
 
Il rapporto con gli amici era andato a puttane, non li incontrava più e non li sentiva da tempo. Un vuoto enorme rinchiuso nel suo gracile fisico si era addensato e cominciava a risucchiarlo dal di dentro, come il buco nero al centro della via Lattea che un giorno ci schiaccerà tutti portandosi via questa merda di pianeta.
 
Non ho mai capito che genere di rapporto ci legava, ho sempre pensato che mi ritenesse una sorta di fratello maggiore che avrebbe dovuto guidarlo ed indirizzarlo. Io, figuriamoci!
Ma per esser fratelli, litigavamo troppo poco.
Probabilmente era questo che si aspettava, che litigassimo e che lo sgridassi e lo stendessi con un pugno quando esagerava con le sue paranoie.
 
Ma la mia vita è troppo incasinata per mettermi a giocare a far la balia, ho i miei cazzi per la testa e le mie spalle portan su i miei problemi, non posso portare anche quelli degli altri, non sono mica un mulo da soma specializzato nel carico di scazzi altrui.
E non capisco poi perchè più sei stronzo più la gente ti prende come uno di fiducia.
 
 
Quello schifo di giorno non si mise a suonare la chitarra, forse sentiva di non esserne più capace.
Ne staccò la cinghia, prima di riporla sul divano.
 
C’era un tubo che attraversava il soffitto del suo appartamento (inizialmente quello non era un appartamento abitabile, ma un semplice soppalco abusivo usato come ripostiglio dal padrone di casa) ci fece passare la cinghia con cui aveva formato un cappio per inserirci la testa, salì sulla sedia tirò un respirò e poi saltò giù per andar incontro al suo destino.
 
 

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Lo avrai, camerata Kesselring…

 

Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l’impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che – anzi – gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli… un monumento.

A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di Duccio Galimberti), dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell’atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l’avvenuta scarcerazione del criminale nazista.

L’epigrafe afferma:
 

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.

Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.

Ma soltanto col silenzio dei torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.

Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA

 

Ascolta l’audio

 
Si ringrazia l’ANPI da cui ho ho tratto il materiale scritto.
Si ringrazia Emule per il file audio.
 

Il gusto del macabro

E’ cominciata oggi a San Giovanni Rotondo l’esposizione del corpo imbalsamato di Padre PPPio.
La Chiesa vuole stringersi coi suoi fedeli, col suo popolino da dominare, e la miglior cosa da fare è dargli in pasto un feticcio da adorare. Si sa, il popolino ha sempre bisogno di un feticcio, a Napoli c’abbiamo avuto Maradona, le adolescenti di oggi hanno i Tokyo Hotel, la Chiesa c’ha i cadaveri.
In passato magari c’era chi derideva l’esposizione della salma di Lenin nel mausoleo sulla Piazza Rossa. Ora, perchè mai dovrebbe esser ridicola l’esposizione della salma di Lenin, mentre Padre Pio impagliato è un evento epocale? C’è gente che dice di aver visto anche il buon Wladimiro far miracoli, perchè dovrebbe valere meno del frate barbuto coi guanti senza dita.

Forse ricordo male, ma la Chiesa non condanna l’adorazione degli idoli? Giusto un mese fa il grande Mazinger XVI metteva in guardia dagli idoli <<che entrano in vari modi anche nel mondo della nostra fede».
La Chiesa non ricorda sempre la caducità degli esseri mortali? Poi fa impagliare un cadavere per eternizzarlo e poterlo mostrarlo alla gente.

Ma se serve a rinsaldare il rapporto coi sudditi, tutto fa brodo ovviamente.
Eran meglio le madonne con le mestruazioni dagli occhi.

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La squadra

 
Dal vertice di Arcore sono emersi i nomi dei probabili componenti della squadra di Governo. Eccone alcuni.
 
I candidati per il Ministero della Giustizia sono due: Giulia Bongiorno l’avvocato di Andreotti, e questo dice tutto; Alfredo Mantovano, membro di una setta denominata Alleanza Cattolica.
 
All’Economia ecco che ritorna il buon Tremonti, in questa immagine lo vediamo intento a rassicurare i cittadini:

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All’Ambiente pare che ci sia la Brambilla, che solo col colorante dei capelli avrà alterato l’ecosistema di una decina di fiumi e inquinato la natura. La ricordiamo a Porta a Porta mentre tentava di mostrare la sua di natura

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E dulcis in fundo, il vice Premier dovrebbe essere Calderoli, lo vediamo qui in una foto scattata prima dell’incidente che gli ha sfigurato il volto

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Alla prossima.

Le parole dell’orco

 
Così l’orco (come affettuosamente lo chiama Luttazzi) andava cianciando a destra e a…destra
 
 
"La mia lista arriverà all’8 per cento e anche di più in Lazio e in Lombardia, perché la gente è stufa di questa situazione" (Giuliano Ferrara, leader di Aborto No Grazie, Corriere della sera, 14 febbraio 2008).

"Le mie liste prenderanno il 6-7 per cento in tutte le regioni in cui ci presenteremo" (Giuliano Ferrara, "In mezz’ora", Rai3, 17 febbraio 2008).

"Abbiamo tra il 4 e il 6 per cento" (Giuliano Ferrara, Il Giornale, 28 febbraio 2008)

"I sondaggi mi danno allo 0,5 per cento? Sbagliano. Raccoglierò non meno del 4,5% dei consensi, puntando sul voto di passione" (Giuliano Ferrara, Corriere. it, 28 marzo 2008)

"Trenta deputati, per un totale di 2 milioni di voti. Questo è il risultato che conta di raggiungere Giuliano Ferrara alle elezioni politiche con la sua lista ‘Aborto No Grazie" (Libero, 13 aprile 2008)

 
Tratto da Repubblica.it
 
 
Basta leggere queste cose per riprendersi 5 minuti dalla disfatta della sinistra. Visto compagno Fausto? Sei in buona compagnia, consolati.

La capa non si è rotta ancora

 
  
 
 
“Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche,
eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà”


Piacere, Luigi delle Bicocche,
sotto il sole faccio il muratore e mi spacco le nocche.
Da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper
che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un chopper
Invece io passo la notte in un bar karaoke,
se vuoi mi trovi lì, tentato dal videopoker
ma il conto langue e quella macchina vuole il mio sangue,
un soggetto perfetto per Bram Stroker
Tu che ne sai della vita degli operai
Io stringo sulle spese e goodbye macellai
Non ho salvadanai da sceicco del Dubai
E mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a SNAI
Io sono pane per gli usurai ma li respingo
Non faccio l’Al Pacino, non mi faccio di pachinko
Non gratto, non vinco, non trinco nelle sale bingo
Man mano mi convinco che io

sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere!

Stipendio dimezzato o vengo licenziato
A qualunque età io sono già fuori mercato,

fossi un ex SS novantatreenne lavorerei nello studio del mio avvocato
invece torno a casa distrutto la sera, bocca impastata
come calcestruzzo in una betoniera
io sono al verde vado in bianco ed il mio conto è in rosso
quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera
Su, vai a vedere nella galera quanti precari sono passati a malaffari
quando t’affami, ti fai, nemici vari, se non ti chiami Savoia, scorda i domiciliari
finisci nelle mani di strozzini, ti cibi, di ciò che trovi se ti ostini a frugare cestini
ne’ l’Uomo ragno ne’ Rocky, ne’ Rambo ne affini
farebbero ciò che faccio per i miei bambini
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere!
Per far denaro ci sono più modi, potrei darmi alle frodi 
e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi
C’è chi ha mollato il conservatorio per Montecitorio
lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody
Io vado avanti e mi si offusca la mente
sto per impazzire come dentro un call center
Vivo nella camera 237 ma non farò la mia famiglia a fette perché sono un eroe.
 
 
Sono un eroe, perché lotto tutte le ore. Sono un eroe perché combatto per la pensione
Sono un eroe perché proteggo i miei cari dalle mani dei sicari dei cravattari
Sono un eroe perché sopravvivo al mestiere. Sono un eroe straordinario tutte le sere
Sono un eroe e te lo faccio vedere. Ti mostrerò cosa so fare col mio super potere!

 

Penso che ci siano artisti che, al di là del genere musicale e delle preferenze, vadano apprezzati per l’impegno profuso per produrre un testo, e Caparezza è uno di questi.

La fine del 900

Nicky Vendola ha detto: Il Novecento ci è crollato addosso

Prima di passare alla debacle storica della sinistra (in Parlamento non ci sarà una sinistra comunista – o presunta tale – per la prima volta dal dopoguerra ad oggi), innanzitutto i risultati e le cifre: il Pd alla Camera ha preso 12.092.998 voti, nel 2006 la coalizione de L’Ulivo (DS + Margherita) ne ottenne 11.928.362.

Al Senato il Pd ha ottenuto 11.042.325 di voti, nel 2006 i DS ne ottennero 5.977.313 e la Margherita 3.664.622.

Quindi il Pd ha ottenuto un salto di qualità, ci sarebbe da considerare l’apporto di Follini e degli ex Radicali, compensato, a mio parere, però dalla perdita di Dini e dei suoi liberali, dalla fuoriscita di un gruppo dai DS (la Sinistra Democratica) e dalla fuoriuscita di Angius.

Nel 2006 complessivamente la sinistra (PRC, PdCI e Verdi, non considerando quindi la Sinistra Democratica, cioè i fuoriusciti dei DS che non hanno aderito al Partito Democratico) aveva ottenuto, alla Camera 3.898.460 voti, al Senato 3.941.850.

Nel 2008 la Sinistra Arcobaleno ottiene 1.124.418 di voti alla Camera e 1.053.154 di voti al Senato.

Sono “spariti” 2 milioni e 800mila voti, circa.

Ha pesato una emorragia di voti verso le nuove formazioni di sinistra, e cioè il Partito Comunista dei Lavoratori e Sinistra Critica? Nient’affatto, il risultato di questi due soggetti politici è così insignificante che più che di emorragia si dovrebbe parlare di trascurabile taglietto su un dito, senza neanche perdita di sangue.

Ha prevalso la logica del voto utile a favore del PD? Vero in parte. In regioni tradizionalmente rosse la SA ha preso un terzo dei voti che avrebbe dovuto prendere. Una parte sicuramente si è spostata verso il PD.

Ma hanno inciso altri fattori. Ha inciso la scelta di confluire in un soggetto politico non ben definito che creava imbarazzo già nel nome. Ha inciso la scelta di candidare un personaggio oramai da pensionare come Bertinotti, inviso oramai a chiunque. Ha pesato la passata esperienza di governo con le sue scelte discutibili, il doppiogiochismo (prima in piazza si manifesta contro e poi in Parlamento si vota a favore?), l’asimmetria tra  quelle che dovevano essere le intenzioni di sinistra e quel che è invece è stato l’operato nel Governo, eccetera, tutte cose sotto gli occhi di tutti e sulle quali è inutile tornare: non basta una passata di spugna per ripulire il tutto. Al Nord sicuramente c’è gente di sinistra che si è diretta altrove e precisamente ha votato Lega, attratta dai proclami populistici. Non hanno tutti i torti gli elettori, la Lega è il partito che più si avvicina all’idea – per l’elettore – di soddisfacimento degli interessi comuni. Nell’era in cui oramai ci troviamo conta cosa un partito può dare, non conta più l’appartenenza ideologica, la fede politica, eccetera. Siamo nell’era del voto di scambio.

Questo discorso può valere anche per la Destra delle SS (Santanchè Storace), anch’essa senza rappresentanti in Parlamento; i valori, le idee, la filosofia di destra: aria fritta evidentemente per gli elettori.

Ha inciso la propaganda mediatica verso i due soggetti politici maggiori e verso lo scontro Berlusconi – Veltroni, mentre il programma della SA ha goduto di scarsa visibilità (a proposito, qualcuno lo conosce?).
Ha inciso anche l’astensionismo, quest’anno alle urne si è recato un 3% in meno. Ma è ridicolo andare a cercare tutti voti persi tra coloro che han preferito non votare o coloro che han subito la propaganda.

Alla fine dei conti, contano i fatti. I fatti dicono che è fuori dalla rappresentativià la sinistra. Probabilmente non è fuori dal Paese, esiste, – polverizzata, allo stato attuale – una cultura di sinistra che è dispersa tra gli insoddisfatti della politica odierna, tra coloro che han smesso di credere e han ceduto al pragmatismo verso altre formazioni politiche, tra coloro che si son stabilmente convertiti ad altro.

Le tensioni internazionali e il pacifismo, la globalizzazione e il movimentismo, ai quali la nuova sinistra avrebbe voluto prestare attenzione, suonano oramai concetti vuoti per chi è preoccupato dal rumeno, dalle tasse alte, dall’euro, eccetera.

E’ la cultura che viene a mancare, l’informazione che si involve in disinformazione, la disinformazione che genera la paura e dove la paura impera, le idee e le belle (?) parole non servono più a nulla, le urne ci han detto anche questo.

Combattere la paura e ricreare cultura, quindi, è l’obiettivo della sinistra se non vuole sparire per sempre.

Ma prima di affrontare le paure dei cittadini, la sinistra affronti la paura di capire cosa vuol essere, perchè probabilmente oggi non lo sa e non si è ancora posta il problema.

Se, infine, questa è la chiusura definitiva di un’era lo dirà solamente il tempo.
Il ‘900 intanto è passato e mai come oggi sembra così distante e sepolto nei libri di storia.

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I fucili della lega

 

L’articolo è tratto da >> qui <<

Sei milioni di alabarde

Le ultime battute della campagna elettorale sono state dominate dalla polemica sui fucili di Bossi. Fra i sospetti c’è quello che che le armi siano inesistenti

La polemica sui fucili di Bossi ha dominato le ultime battute della campagna elettorale. Si sospetta che il Senatur millanti il possesso di armi da fuoco in realtà inesistenti. Secondo calcoli attendibili, la Lega disporrebbe di un numero cospicuo di forconi a tridente, già ammirati nella recente Festa della Fienagione. E di una quantità imprecisata di coltellini svizzeri, alcuni con cavaturaccioli altri senza, già usati per bucare le gomme delle macchine nei sanguinosi scontri tra bande rivali di pensionati cercatori di funghi. Discreta anche la dotazione di armi storiche, come le alabarde trafugate dai magazzini di Cinecittà e usate dai ministri leghisti per pulirsi i denti dopo i pasti, e le micidiali catapulte Golia, vanto dell’artigianato bergamasco e usate per colpire al volo gli stormi di fringuelli durante la celebre Festa del Bracconaggio, che si tiene in suggestivi paesini di fondovalle riconoscibili per i grossi buchi nei tetti.
I fucili sarebbero in realtà pochissimi. Poche centinaia di doppiette, per altro già sequestrate ai cacciatori del Bresciano, con l’accusa di farne un uso improprio: le utilizzavano per la pesca di frodo dei pesci siluro nei laghetti di pesca sportiva.

Altro discorso meriterebbero le squadriglie di Suv coreani a basso costo, normalmente usati dalle massaie lombarde per portare i bambini a scuola e per stendere i panni sulla barra antibufalo. Secondo la Digos, se guidate dal marito ubriaco potrebbero costituire un grave pericolo. Ma la maggior parte di queste vetture è inutilizzabile da quando, in occasione dell’inaugurazione della nuova Variante Subalpina, il corteo leghista, guidato da Calderoli, è precipitato in un dirupo perché la Variante, frettolosamente inaugurata, era solo sulla carta: dopo un chilometro precipitava nell’Orrido di San Prudenzio, una fenditura naturale che da secoli inghiotte tutti gli eserciti in transito.

Difficile anche l’utilizzo dell’aeroporto di Malpensa a scopi bellici. Nelle prove simulate, i piloti da guerra lumbard, compresi quelli già residenti a Malpensa, non sono riusciti a raggiungere in tempo l’aeroporto lungo il tratturo a due corsie che lo collega al mondo civile, intasato di lepri morte, copertoni in fiamme per i tipici sabba delle prostitute nigeriane (amatissime dai clienti lumbard) e roveti mai potati a causa di un conflitto di competenza tra l’Anas e i coltivatori locali di ortaggi per cassoeula.

Molti i dubbi sulla logistica. I movimenti delle truppe lumbard, durante le esercitazioni, si sono rivelati difficoltosi a causa delle decine di migliaia di rotonde che formano la rete viaria padana: il rettilineo più lungo è di un centinaio di metri. Il Battaglione Pontida, guidato dal generale Urca e formato da duemila
camicie verdi armate di enormi pestacarne, ha percorso sedici volte la complanare di Busto Arsizio, arrendendosi a una pattuglia della Polstrada. La Divisione Brenno, riconoscibile per i caratteristici elmi cornuti e il giustacuore di eternit, ha impiegato tre mesi per spianare, su suggerimento del Genio Lumbard, tutte le rotonde che impediscono di raggiungere Venegono inferiore partendo da Venegono superiore.

Male, secondo gli esperti, anche l’attività spionistica. La spia leghista è facilmente smascherabile perché, anche quando è travestita da immigrato pakistano o da agente di commercio francese, grida in continuazione "Roma ladrona" e soprattutto agita l’alabarda.

Meglio l’attività di vettovagliamento. Già pronta la comoda Razione del Fante Leghista, formata da uno stinco di bue con verze e una bevanda al gorgonzola molto nutriente. Qualche difficoltà nel trasporto del Tagliere del Reggimento, un’enorme tavola di legno, dal forte significato simbolico, che sorregge cinquanta chili di polenta. I quattro addetti al trasporto faticano molto a tenere il tagliere in orizzontale, e si ustionano facilmente a causa della continua tracimazione di polenta arroventata. Risolto invece il problema delle forme di taleggio, tradizionalmente quadrate. Se ne produrranno di tonde per facilitare
il rotolamento delle medesime lungo i percorsi scoscesi.

 
 
Michele Serra (11 aprile 2008)

 Megaportal ko

Voglio ringraziare il sito megaportal, quello dove caricavo le immagini per il blog, che ha deciso improvvisamente di sparire. Il risultato è che son sparite anche le immagini dal mio blog, ora le sto sostituendo, almeno quelle nella pagina principale, le altre, bah. Così imparo a non usare Imageshack.

La mozzarella è in crisi, la bufala va sempre

 
Le bufale van sempre di moda. Poi l’era di internet ha incentivato la loro diffusione, il passaparola si è trasformato in copia ed incolla selvaggio.
La caratteristica di una bufala è quella di esser costruita in modo tale da parer verosimile e da non poter esser smantellata con due parole in 5 minuti (cioè quelli che ci son voluti per costruire la bufala), il risultato è che confutare l’insieme di baggianate che compongono la bufala richiede un’atroce perdita di tempo.
 
Siccome:
 
a) la gente non ha voglia di perder tempo ad informarsi;
b) la gente crede a quel che sente dire, basta che sia verosimile e non presenti motivi (apparenti) per farne dubitare della veridicità;
c) la gente crede che tutto quel che c’è su internet è verità;
d) la gente crede di poter fare grandi cose con poco (tipo come comprare una carrozzella ad un disabile coi tappi di bottiglia)
d) quando una cosa ha preso piede ed un certo numero di persone ci crede, chi successivamente si imbatte nella cosa è portato a crederci perchè pensa "se ci crede così tanta gente sarà vero, mica posson sbagliarsi in così in tanti" (effetto domino); senza pensare che invece può esistere ed esiste molta gente che nella vita si sbaglia in una cosa;
 
allora le bufale ci invadono, citando Totò, vanno per le strade, entrano nei palazzi, salgono le scale…
 
Veniamo a questo:
 

Per coloro che vogliono votare scheda nulla o bianca:
così facendo, in realtà, favorirete il partito con più voti.
Infatti (vedere REGOLAMENTI PER IL CALCOLO DEL PREMIO DI
MAGGIORANZA!!) anche i voti bianchi o nulli entrano nel calcolo del premio di
maggioranza, favorendo, indirettamente chi ha preso più voti.

Vi è un’alternativa:
ABBIAMO UNA ARMA LEGALE E LETALE CONTRO QUESTA LEGGE INFAME!
ECCO I RIFERIMENTI LEGALI!
Tutto si basa su un’uso ‘PUNTIGLIOSO’ della legge:
D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 – Art. 104

Il segretario dell’Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo
verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione
da sei mesi a tre anni e con la multa sino a lire 4.000.000.

Illustro nei dettagli il sistema DA USARE, che è già stato indicato da altri:

1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E
FARSI VIDIMARE LA SCHEDA

2) ESERCITARE IL DIRITTO DI RIFIUTARE LA SCHEDA (DOPO VIDIMATA),dicendo:
‘Rifiuto la scheda per protesta, e chiedo che sia verbalizzato!’

3) PRETENDERE CHE VENGA VERBALIZZATO IL RIFIUTO DELLA SCHEDA

4) ESERCITARE IL PROPRIO DIRITTO DI AGGIUGERE, IN CALCE AL VERBALE, UN
COMMENTO CHE GIUSTIFICHI IL RIFIUTO (ad esempio, ma ognuno decida il
suo motivo: ‘Nessuno dei politici inseriti nelle liste mi
rappresenta’)(D.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 – Art. 104, GIÀ citato)

COSì FACENDO NON VOTERETE, ED EVITERETE CHE IL VOTO, NULLO O BIANCO, SIA
CONTEGGIATO COME QUOTA PREMIO PER IL PARTITO CON PIù VOTI!!
Se facciamo così in tanti INTASEREMO I SEGGI, E L’INFORMAZIONE SERIA DOVRÀ
PARLARNE!

Questa è la PRIMA AZIONE LEGALE e DI PROTESTA CONTRO LA LEGGE
ELETTORALE!!!

 
Questa è una bufala, manca poco per sentirla muggire.
Non è vero che le schede bianche e nulle vengono conteggiate per il premio di maggioranza. E’ vero che quelli che consegnano bianca o nulla vengono conteggiati tra i votanti e messi a verbale (per evitare ovviamente che ci possa recare più volte alle urne), ma per la ripartizione dei seggi contano solo i voti validi.
Oltretutto nel testo della bufala si parla di "schede rifiutate", che (giuridicamente) non esistono neanche: esistono i voti validi, le schede bianche e quelle nulle.
 
Se la scheda non viene ritirata, non risulta rifiutata: vi siete solo presentati per protestare (e se date fastidio vi faranno allontanare, e rischiate anche sanzioni penali), la scheda che non avete preso rimane nel mucchio di quelle utilizzabili, è come se ve ne foste stati a casa, la scheda che sarebbe finita a voi per votare, viene data ad un altro. Perciò tanto vale starsene a casa. Non esiste il rifiuto della scheda per protesta.
 
Se prendete la scheda, e la riconsegnate rifiutandola, non apponendovi sopra alcun segno, risulterà scheda bianca.
 
La cosa più divertente poi è quella di far mettere a verbale il rifiuto. Il famoso DPR 361-57 (emendato varie volte, l’ultima nel 2005) va letto interamente, e tutti i vari articoli e commi vanno considerati nell’insieme. E’ vero che il presidente di sezione ha l’obbligo di trascrivere sul verbale, tra le varie cose, anche proteste e reclami. Ma la legge non dice che il presidente ha l’obbligo di fare quello che volete pena una denuncia. Il presidente non ha l’obbligo di trascrivere le dichiarazioni degli elettori, non può mettersi a raccogliere i comizi della gente. Questi benedetti reclami vengono citati più volte nel testo del DPR: ma sono sempre riferiti alle operazioni della sezione. Io non posso presentarmi là e dire tutto quel che mi passa per la testa, tipo "Questa legge è una porcata, scrivetelo sul verbale!", oppure "Non mi sento rappresentato!" (cazzi tua, te ne stai a casina), eccetera. Anzi, il DPR prevede (art 100 e seguenti) che il presidente può far allontanare chi crea disordini durante lo svolgimento dell’adunata elettorale. Ostacolando le operazioni di voto si commette reato di interruzione di pubblico servizio. E ricordate che è reato anche indugiare artificiosamente nel seggio.
 
Perciò tutto questo ambaradan è assolutamente inutile ed è solo ostacolo allo svolgimento delle operazioni di voto, visto che per "fare denuncia" basta prendere la scheda e consegnarla bianca o nulla (meglio nulla, per evitare brogli).
 
Questo è ancor più divertente
 
1) ANDARE A VOTARE, PRESENTARSI CON I DOCUMENTI + TESSERA ELETTORALE E
FARSI VIDIMARE LA SCHEDA
 
Le schede sono già tutte vidimate, è strano che chi ha dato il via al tam tam, una persona così attenta e precisa nello scovare il cavillo legale nella legge, poi cada su quest’errore così banale. E io che pensavo si trattasse di un politologo, un avvocato, un giuspositivista… 
 
Comunque chi ci crede si presenti pure il giorno delle elezioni a far comizi. Non lo fate quando ci sono io in fila, che se mi fate perder tempo vi corco.
Io spero che ci caschino in tanti, così forse ci si rende conto che il copia ed incolla selvaggio, le catene di Sant’Antonio, il "diffondetelo in giro, è vero!!!!!!!!" non è cosa buona e giusta, date solo fastidio alle altre persone e non date fastidio affatto a quelli che volete colpire, il politico se ne sbatte di queste cose.
 
EDIT: Devo agiungere un’altra cosa, so da dove nasce questa teoria affascinante del rifiuto della scheda. Come tutte le bufale, attinge da un fondo di verità per darsi credito.
 
Dovete sapere che nel caso di una consultazione referendaria, è possibile rifiutare la scheda. Questo perchè nel referendum è necessario raggiungere il quorum del 50% + 1 dei votanti perchè questi abbia validità. Il rifiuto serve a non dare l’appoggio per il raggiungimento del quorum. Ma ha senso solo se ci sono più quesiti sottoposti al vaglio degli elettori, i quali possono rifiutare la scheda del quesito referendario a cui vogliono far mancare l’appoggio.
 
Esempio: oggi magari, 6 aprile 2008, si vota per
 
  referendum A: abrogare la legge Tizio per intero
referendum B: abrogare una parte della legge Caio
referendum C: abrogare la legge Sempronio per intero
 
Io mi presento al seggio, mi prendo la scheda del referendum A perchè mi interessa, rifiuto le schede B e C perchè non mi interessano e voglio ostacolare il raggiungimento del quorum. Se le prendessi e poi le consegnassi bianche o nulle sarei conteggiato tra i votanti e avrei contribuito a far raggiungere il quorum; perciò in questo caso si parla di rifiuto della scheda, è ammesso ed è un diritto dell’elettore.
 
Spero sia tutto chiaro.
 
 
 

Impressioni dalla strada

 
Napoli 2-04-08, h 11:05 circa. Nei pressi di piazza Nicola Amore, all’incrocio tra una stradina e corso Umberto, si scambiano opinioni due venditori.
Sul lato sinistro, il più giovane, col suo banchetto di rossetti, cipria, pennelli da trucco e cosmetici vari, sul lato destro il più anziano, col suo banchetto di sciarpe e cappelli.
 
Il giovane:
Antò, còmm s’adda fà, cà fa caur
(Antonio, come si deve fare, qui oramai è giunto il caldo)
 
Il vecchio:
Eh, e chest già se stann spugliànn tutt quant
(Eh, e queste (le donne) han già cominciato a scoprirsi)
 
 
Meraviglioso.